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Osimhen racconta una notte a Napoli: “Un messaggio nel gruppo WhatsApp, era Spalletti”

Victor Osimhen ha raccontato un paio di episodi da brividi con protagonista Luciano Spalletti, dal messaggio di notte su WhatsApp a cosa fece durante l’intervallo di Juventus-Napoli in spogliatoio: “Ci fece alzare tutti in piedi”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Nostalgia, nostalgia canaglia, che ti prende proprio quando non vuoi. Ovvero quando sono passati solo pochi mesi da uno Scudetto che assomiglia sempre più a una foto sbiadita in fondo al cassetto. Nostalgia di chi quello Scudetto lo ha riportato sul Golfo dopo 33 anni, ovvero Luciano Spalletti, il cui spirito aleggia ancora nello spogliatoio azzurro. Impossibile dimenticare scene, parole e sguardi che i calciatori partenopei porteranno dentro di sé per tutta la vita: Victor Osimhen un po' di tempo fa ha raccontato due episodi con protagonista Spalletti e dai toni usati si capisce cosa abbia impresso il tecnico toscano nei cuori di quei ragazzi.

Il 24enne attaccante nigeriano è stato ospite del podcast condotto dal connazionale John Obi Mikel e ha provato a far capire quanto sia stato decisivo Spalletti per riportare lo Scudetto dove fino a quel momento lo aveva vinto solo Maradona: "Per quello che ha fatto in una squadra come il Napoli, per me in questo momento è il miglior allenatore in Italia. Spalletti chiede tanto ai giocatori e lo mostra sia dentro che fuori dal campo. Poteva urlare in faccia a qualsiasi calciatore, non importava chi fosse, se Victor Osimhen o un veterano come Mario Rui. Poteva urlare a chiunque perché dovevi fare quello che ti aveva chiesto, diventava aggressivo quando non lo facevi".

Luciano Spalletti con Victor Osimhen: sconti per nessuno nel suo Napoli
Luciano Spalletti con Victor Osimhen: sconti per nessuno nel suo Napoli

Immaginate di essere un calciatore del Napoli e in piena notte si illumina il display del vostro telefonino per un messaggio che non vi farà più dormire. È esattamente quello che è accaduto in un frangente che Osimhen oggi rivive con la stessa emozione di allora: "Quando eravamo sempre più vicini allo Scudetto, una notte abbiamo ricevuto un messaggio nel gruppo WhatsApp, era Spalletti. Era un messaggio lungo, lo ha mandato in inglese, lo ha mandato in italiano. Era un messaggio molto emozionante, tu potevi pensare che lui fosse nato a Napoli, sapeva tutto sulla città, tutto sul club e sulla sua tradizione.

Così ci ha fatto capire cosa sarebbe stato vincere lo Scudetto qui. Ci ha detto che il nostro nome sarebbe stato ricordato per sempre, che i nostri figli sarebbero stati rispettati. Io e i miei compagni avevamo la pelle d'oca, io non avevo mai vinto nessun trofeo nella mia carriera. Quel messaggio è stato un punto di svolta, in ogni partita che abbiamo giocato da allora – non importa contro chi – abbiamo dato il massimo, spingendo e spingendo e spingendo".

Spalletti col trofeo dello Scudetto vinto dal Napoli
Spalletti col trofeo dello Scudetto vinto dal Napoli

Il Napoli si cucì di fatto lo Scudetto il 23 aprile 2023, quando andò a vincere in casa della Juventus grazie al gol in pieno recupero di Raspadori. A quel punto mancava solo la matematica, ma era fatta. Osimhen ricorda cosa successe al rientro negli spogliatoi nell'intervallo: "Il primo tempo non era stato molto buono da parte nostra ed eravamo 0-0, il match era in equilibrio. Spalletti entrò in spogliatoio e non urlò a nessuno, non disse niente, ci fece alzare in piedi e guardò ognuno di noi negli occhi. Guardava uno, poi passava avanti e guardava un altro e così via tutti, inclusi entrambi i medici e il team manager, tutti quelli che erano lì".

Poi si mise al centro dello spogliatoio e disse che nella sua vita aveva giocato e allenato quasi mille partite e non aveva vinto un trofeo e anche molti noi non ne avevano vinto nessuno: ‘Io non voglio essere uno senza trofei e sono sicuro che anche voi non volete esserlo, ma voi avete un'opportunità nelle vostre mani che può cambiare la vostra vita. Non dal punto di vista economico, voi potete mettervi nei libri di storia. Se vincerete questa partita, quando torneremo a Napoli all'aeroporto vedrete di cosa sto parlando'. A quel punto tutti urlarono in italiano: ‘Sì, vogliamo vincere!'. Tutti urlavano, tutti".

Poche ore dopo, in piena notte, Capodichino era illuminato a giorno, con 10mila tifosi che scrivevano quei nomi nei libri di storia e nei cuori di ogni napoletano. Per sempre.

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