Osimhen furente alla fine di Napoli-Verona: lo placano in quattro per evitare guai
Napoli-Verona si è conclusa con un nulla di fatto ma solamente per una pura coincidenza perché nel finale al Maradona i partenopei hanno sfiorato il gol vittoria con il tiro di Victor Osimhen che si è infranto sulla traversa dopo aver superato Montipò. Una clamorosa occasione che si è incastonata in un forcing conclusivo in cui il Napoli ha fatto di tutto per spezzare gli equilibri, senza riuscirvi, anche perché proprio nei secondi prima della fine, l'arbitro La Penna non ha permesso agli azzurri di concludere una chiara occasione da goal con Zielinski, mandando su tutte le furie lo stesso Osimhen. Che ha rischiato grosso in vista di Juventus-Napoli.
Al fischio finale, la rabbia dell'attaccante nigeriano è stata più che evidente, rivolgendosi furente all'arbitro per la decisione di non far concludere l'azione al Napoli da cui poteva scaturire anche il miracolo sportivo. Victor Osimhen è stato trattenuto mentre si sbracciava contro La Penna e invano hanno provato a farlo ragionare, ancor preso dal furore agonistico del match. Rabbia, delusione e frustrazione per una vittoria cercata e voluta, ma sfumata. E che non ha permesso al Napoli di vivere l'avvicinamento alla sfida di Champions con la gioia del successo.
I presupposti c'erano tutti con un Maradona finalmente pronto a tifare Napoli dopo che in settimana si era riuscita a sotterrare l'ascia di guerra tra tifosi e società. Lo stesso Spalletti aveva alzato la voce nell'immediato dopo gara di Milan-Napoli, poi il gesto di De Laurentiis che ha rasserenato l'ambiente e mostrato le prove generali di quanto accadrà anche in Champions League. Altro presupposto per fare bene era il ritorno di Osimhen in gruppo, prima in panchina poi in campo. E quando al 73′ Spalletti ha deciso per il suo cambio con Raspadori, lo stadio è esploso, così come la partita stessa.
E anche la furia di Osimhen è un segnale più che positivo per Spalletti e per tutto il Napoli: la voglia di vincere, la mentalità giusta, il sano furore agonistico e il desiderio di rivalsa. Tutti elementi che vanno ad attingere al fuoco che servirà per accendere la miccia anche in Champions League, nel ritorno dei quarti dove si dovrà capovolgere l'1-0 dell'andata, questa volta con il nigeriano in campo. Ma anche che avrebbero potuto costare carissimo all'attaccante: se fosse entrato in contatto diretto con l'arbitro molto probabilmente sarebbe incappato in qualche sanzione disciplinare pesante, mettendo a rischio la sua presenza nel prossimo match di campionato, Juve-Napoli. Altro nodo centrale della via verso il tricolore.
Se un segnale doveva darlo ai compagni, al tecnico, al suo pubblico e al Milan, comunque, il segnale migliore è arrivato forte e chiaro: Osimhen è apparso non solo recuperato al cento per cento mostrando condizioni fisiche ottimali, ma è anche entrato immediatamente in partita cambiando la mentalità della squadra che ha giocato l'ultima mezzora in un costante forcing offensivo asfissiante. Solo la sfortuna con il destro stampato sulla traversa, le parate di Montipò e il fischio inopportuno di La Penna hanno lasciato il tabellino a reti inviolate. Ma c'è all'orizzonte già l'occasione per rifarsi: si chiama Milan.