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Osimhen esplode, chiede l’intervento della FIFA: “In aeroporto in Libia un trattamento disumano”

L’aereo che portava i calciatori della Nigeria in Libia è stato dirottato dalle autorità locali. Calciatori e staff non hanno potuto lasciare l’aeroporto e hanno trascorso lì 13 ore. Ha protestato anche il calciatore più rappresentativo Victor Osimhen.
A cura di Alessio Morra
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La Nigeria, come tutte le nazionali del continente, sta disputando le qualificazioni alla prossima edizione della Coppa d'Africa. Lo scorso venerdì ha ottenuto il successo di misura sulla Libia, nel match in cui ha riportato un infortunio il calciatore del Milan Chukwueze. Martedì 15 ottobre è in programma la stessa partita, a campi invertiti. Le SuperEagles domenica sono arrivate in Libia e lì hanno vissuto una notte da incubo, documentate sui social dai calciatori che hanno dovuto passare 14 ore in aeroporto, dal quale non sono potuti uscire.

Hanno vissuto ore dure, durissime, complicate i calciatori e lo staff tecnico della nazionale della Nigeria che sono stati costretti a trascorrere una lunga e interminabile notte in aeroporto. Sono state le autorità libiche a impedire ai calciatori di uscire dall'aeroporto. A un passo dall'atterraggio l'aereo con a bordo la nazionale della Nigeria è stato dirottato su un'altra città, Al Abraq, quella originaria era Bengasi.

La testimonianza del capitano Troost-Ekong

La partita ora è a rischio. Il capitano William Troost-Ekong, ex di Udinese e Watford, ha fatto capire che lui e i suoi compagni non hanno intenzione di scendere in campo e ha spiegato: "Quando abbiamo iniziato la discesa siamo stati dirottati su un altro aeroporto: è stata una decisione delle autorità locali". Poi ha parlato delle condizioni in cui hanno vissuto lui e i suoi compagni: "Più di 12 ore in un aeroporto abbandonato in Libia dopo che il nostro aereo è stato dirottato durante la discesa. Il governo libico ha revocato il nostro atterraggio autorizzato a Bengasi senza motivo. Hanno chiuso i cancelli dell'aeroporto e ci hanno lasciato senza linea telefonica, cibo o bevande. Tutto per fare dei giochi mentali".

Parole di tenere simile da parte di Ndidi del Leicester. Una serie di video e di fotografie sono finite online hanno mostrato come le forze dell'ordine locali abbiano bloccato le uscite alla nazionale della Nigeria, che è rimasta anche senza la possibilità di andare in un albergo: "Il pilota del volo, tunisino, è riuscito a uscire dopo diverse ore. Gli è stato detto che in tutti gli hotel vicini avrebbero accettato solo lui e nessun altro, nemmeno gli altri membri dell’equipaggio, che erano nigeriani".

Osimhen protesta sui social per il trattamento subito

Victor Boniface, bomber del Bayer Leverkusen, su X ha scritto: "Siamo qui senza cibo, senza wi-fi, senza un posto in cui dormire". Addirittura per 13 ore la Nigeria è rimasta in aeroporto. Secondo i media libici il blocco sarebbe stato imposto per alcuni problemi con una serie di passaporti e poi per la mancanza di un pullman che avrebbe dovuto portare i calciatori a Bengasi.

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Lookman dell'Atalanta, Okoye dell'Udinese e Dele-Bashiru della Lazio sono nell'elenco dei convocati della Nigeria e sono lì. Non c'è Victor Osimhen, infortunato, che ha seguito la vicenda e con una stories su Instagram ha denunciato l'accaduto con parole fortissime: "Sono deluso dal trattamento ingiusto che i miei fratelli e i miei allenatori hanno subito ieri sera all'aeroporto in Libia. Azioni come questa vanno contro lo spirito sportivo. Chiedo alla CAF e alle altre autorità calcistiche di intervenire, perché i miei compagni di squadra e i funzionari sono ancora bloccati all’aeroporto in Libia. È inaccettabile e disumano. Rimaniamo uniti, più forti che mai".

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