Ribery si ritira, il ginocchio non gli dà più tregua. Ma sarà ancora al fianco della Salernitana
Operarsi al ginocchio oppure dire addio al calcio a 39 anni. Franck Ribery non aveva preso nemmeno in considerazione la possibilità di appendere le scarpette al chiodo. Avrebbe dato una ripulita all'articolazione e poi sarebbe tornato lì dove ha sempre amato stare: in mezzo al campo. Prima però era necessario sentirsi dire in faccia con chiarezza come stavano le cose, quali fossero le sue reali condizioni, se il fisico gli avrebbe permesso ancora di lottare alla sua maniera, giocare senza l'assillo e la preoccupazione di potersi far male ancora.
Il consulto medico effettuato a Monaco di Baviera e a Innsbruck non gli ha lasciato scelta: nemmeno il chirurgo avrebbe potuto fare il miracolo per rigenerare il ginocchio usurato dal tempo e da una carriera che lo ha portato sul tetto del mondo con il Bayern Monaco e (quasi) con la Francia battuta in finale a Berlino dalla Nazionale italiana.
La sua esperienza da calciatore della Salernitana è finita quando ha letto l'esito degli esami e ha parlato con gli specialisti: la cartilagine assottigliata e ‘invecchiata', la disinserzione del menisco sono stati una sentenza. Non può continuare, deve fermarsi. Cosa rischia lo sa bene in cuor suo. L'ultima partita risale al 14 agosto scorso (prima giornata): 36 minuti contro la Roma. Una settimana prima era stato in campo per un'ora buona all'Arechi contro il Parma, in Coppa Italia. Poi lo stop.
Cosa farà adesso Ribery? Resterà nel mondo del calcio ma lo vedrà da una nuova prospettiva. Ne dà notizia l'edizione di Salerno del quotidiano Il Mattino: la Salernitana non lo mollerà ma ha pronto per l'attaccante transalpino un nuovo ruolo all'interno della ‘famiglia granata'. Una volta rescisso il contratto attuale da 125 mila euro netti al mese (circa 1,5 milioni in un anno), metterà nero su bianco in calce a un altro accordo.
Sarà una sorta di ‘fratello maggiore' che metterà al servizio della squadra e dello staff tecnico il bagaglio di esperienza accumulato in oltre venti anni. Lille, Boulogne under 19, Olympique Alès, Stade Brestois, Metz, Galatasaray, Marsiglia, la lunga epopea al Bayern, poi Fiorentina e infine l'Ippocampo: ce n'è abbastanza per essere ancora d'aiuto al progetto dei campani.
Ne ha viste e vissute a sufficienza di situazioni, nel bene e nel male, per capire cosa può servire a una formazione come quella allenata da Nicola che, dopo una partenza incoraggiante, ha accusato qualche battuta a vuoto. L'obiettivo è la salvezza, da conquistare senza attendere l'ultima giornata e le sfortune altrui. Con Franck sempre lì, anche se con compiti differenti, magari la missione è possibile.