“OMG, è davvero lui!”: McKennie racconta il suo primo incontro con Cristiano Ronaldo
Weston McKennie è stata una delle note liete della Juventus della scorsa stagione e dopo essere stato votato come MVP della Concacaf Nations League con gli USA adesso si proietta già verso la prossima annata calcistica. Il centrocampista è a Frisco, in Texas, e nelle scorse ore ha parlato in conferenza stampa dove ha raccontato il suo percorso di crescita e di adattamento in Europa, svelando anche un curioso aneddoto del giorno in cui ha incontrato per la prima volta Cristiano Ronaldo dopo essere stato acquistato dalla Vecchia Signora: "La prima volta che ho visto Ronaldo stavo entrando nella stanza del fisioterapista per andare dal mio medico e l'ho visto uscire in mutande. Ho pensato, ‘OMG, è davvero lui!'. Ho fatto tutto il possibile per comportarmi normalmente e non passare per un fan totale, perché sarebbe stato il mio compagno di squadra".
La prima grande passione di McKennie è stato il football americano: "Siamo andati in Germania perché mio padre era nell’esercito, ma prima di trasferirci ci giocavo. Ho iniziato a giocare a calcio perché in Germania non c’era modo di praticare il football per uno della mia età. Penso che sarei potuto arrivare in NFL, sono uno di quelli che dà sempre il massimo nelle cose che fa".
Il centrocampista bianconero si sta godendo la tranquillità degli Stati Uniti prima di tornare in Italia ma si è soffermato sulle attenzioni che gli atleti ricevono nel nostro paese, ribadendo un concetto che aveva espresso già il compagno di squadra Matthijs de Ligt qualche mese fa: "Ovviamente la Juventus è il club più grande d’Italia e quindi ogni volta che vado in città, cosa che non faccio spesso, vengo fermato forse ogni dieci metri. Uscire è una delle cose che mi piace di più fare, perché amo interagire con le persone, ma mi piace anche godermi la mia privacy. Anche se indosso maschera e cappuccio, la gente mi riconosce. Qui a Dallas ogni tanto qualcuno mi riconosce ma io cerco di andare avanti, in Italia ti inseguono per duecento metri, entrano nei negozi nei quali sei entrato, ti mettono all’angolo e ti scattano foto. E’ una cosa che fa parte del mio lavoro, ma io vorrei godermi una passeggiata o portare fuori i cani. In Italia anche i miei cani riconoscono, quindi è un po’ più difficile uscire".