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Oltre la Serie A: in Serie B e Serie C il campionato rischia di non riprendere

Il protocollo federale varato nei giorni scorsi per la ‘fase due’ richiede ai singoli club ulteriori investimenti per mantenere i giocatori in ritiro, ristrutturare centri di allenamento, sanificare gli stadi, monitorare lo staff. Impossibile pretendere che club di Lega Pro o inferiori possano sostenere l’impegno. La via è di concentrarsi sulla Serie A che potrebbe fare d volano.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il calcio italiano come quello francese? Forse, potrebbe essere una linea da adottare per salvare il salvabile e permettere alla massima serie di poter fare da traino anche a quelle inferiori, impossibilitate per diversi motivi noti a potersi organizzare per modi e tempi sul protocollo istituito dalla Federcalcio nei giorni scorsi. In Francia, la FFF ha confermato in una nota ufficiale l'annullamento della stagione di tutte le categorie inferiori, dilettantistiche e femminili, concentrandosi solamente sulle Leghe principali.

Anche la Federcalcio italiana potrebbe varare questa linea: spingere affinchè la Serie A riparta in ogni modo e a qualsiasi data e che diventi un traino per tutte le altre categorie minori che sono oramai quasi matematicamente impossibilitate a organizzarsi in tempo per seguire il protocollo Figc di ripartenza. Una linea che sta prendendo piede all'interno delle istituzioni calcistiche, come soluzione tampone che permetta al sistema di ripartire e di limitare i danni economici e strutturali.

Il protocollo federale, cosa prevede

Quasi nessuna società di Lega Pro, tanto meno le categorie dilettantistiche, e diverse società di Serie B non sarebbero in grado di ‘reggere' il protocollo di rientro alle attività previsto dalla Lega e dalla Figc. Una serie di norme rigorose che proteggerebbero giocatori e staff impegnati a riprendere allenamenti e, poi, le partite. Una serie di normative tutte da seguire alla lettera: dai ritiri blindati, alla sterilizzazione completa degli impianti, al monitoraggio medico e clinico di calciatori, staff tecnico, medici e tutti i collaboratori a contatto. Poi, le sedute separate, spogliatoi e impianti con interventi strutturali precisi per evitare contatti e garantire la distanza sociale.

La Serie A come volano per fare ripartire il sistema

Le serie inferiori non hanno incassi da mesi, la situazione economica è già spesso precaria. Se a questo si aggiungono spese ulteriori per sanificare impianti, giocare in stadi chiudi o neutri, mantenere i propri giocatori in ritiro, vorrebbe dire condannarle al fallimento

Impossibile pretendere che una società di C possa investire disponibilità che non ha, già in ulteriore difficoltà per lo stagnare della stagione in corso da marzo a questa parte. Meglio pensare e concentrarsi su chi potrebbe farcela e avrebbe le risorse per ripartire, come i club di Serie A. Nel seno della Figc c'è il consigliere Pietro Lo Monaco che indica questa strada da percorrere, con un obiettivo preciso: "Se si ferma la Serie A, tutto il sistema crolla. Se la Serie A parte e salvaguardia i diritti tv, allora la macchina riprende a girare e si può dare una mano alle realtà che non ripartiranno".

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