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Oltre i gol e gli assist: il vero effetto di Zlatan Ibrahimovic sul Milan

Gol e giocate da applausi, numeri e record sbriciolati in poche settimane, entusiasmo contagioso che ha coinvolto compagni di squadra e tifosi. Tutto questo è Zlatan Ibrahimovic: l’uomo guida del Milan in testa alla classifica. “I ragazzi mi fanno sentire giovane, hanno una voglia e una fame incredibili. Devono soltanto lavorare e crederci, al resto e alle responsabilità ci penso io”.
A cura di Alberto Pucci
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Gli aggettivi per descriverlo sono terminati. Così come i dubbi di chi, al suo ritorno al Milan, lo aveva accolto con un sorriso sarcastico e con l'idea di essere di fronte ad un giocatore troppo vecchio per poter lasciare ancora il segno nel nostro campionato. Zlatan Ibrahimovic ha però nuovamente stupito tutti. Il Milan che continua a giocare bene, a raccogliere vittorie e punti e a guardare tutti dall'alto della classifica, ha infatti lo sguardo e la fisionomia del dominatore svedese: decisivo anche ad Udine, con l’assist per il vantaggio di Kessie e la stupenda rete decisiva realizzata in rovesciata.

I numeri da urlo di Ibrahimovic

Impossibile da fermare per i difensori avversari e uscito vincitore anche dalla partita personale con il Coronavirus, il gigante di Malmoe è l'uomo che ha fatto svoltare il Milan di Pioli: il campione capace di guidare un gruppo di giocatori molto giovani, cresciuti in maniera esponenziale dietro di lui, e di riavvicinare i tifosi rossoneri dopo anni di delusioni e bocconi amari da digerire. Per Ibrahimovic parlano soprattutto i numeri. Dal suo ritorno a Milanello ha preso parte a 23 reti (tra gol e assist) in 22 gare, ha realizzato 17 centri (da dopo la positività sono 8 in 7 gare complessive) ed è riuscito ad eguagliare Shevchenko segnando in 6 partite di fila in Serie A, proprio come fece l'ucraino nel 2001. Con quello realizzato contro i friulani, è infine arrivato a 75 gol con la maglia del Milan, raggiungendo Marco Simone al 15esimo posto della classifica ‘all-time' dei marcatori milanisti.

Why run when you can fly

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Il Diavolo vola con Ibra

Non esistono sfide impossibili per Zlatan Ibrahimovic. Forte e spavaldo quanto basta, dotato di un ego grande come una casa e in grado di cambiare il clima nello spogliatoio rossonero con una semplice occhiata, Ibra è l'ago della bilancia milanista. È quello che fa volare il Milan ad altezze mai raggiunte, da quando si era trasferito a Parigi insieme a Thiago Silva. D'altronde, come scrive lui stesso su Instagram, "Perché correre se puoi volare".

"Siamo la squadra più giovane in Europa e dire che io alzo la media, ma sono i ragazzi che mi fanno sentire giovane – ha spiegato lo svedese a Dazn, subito dopo il colpaccio alla ‘Dacia Arena' – Hanno una voglia e una fame incredibili, non sono mai soddisfatti e vogliono sempre di più. Le responsabilità me le prendo io e mi piace, loro non devono sentire il peso. Devono soltanto lavorare e crederci, al resto ci penso io".

Un gruppo fedele al suo leader

E che il gruppo di Stefano Pioli segua in tutto e per tutto Ibrahimovic, ormai diventato guida spirituale e fisica di Romagnoli e compagni, sono gli stessi giocatori milanisti a confermarlo partita dopo partita, tweet dopo tweet. L'ultimo, in ordine di tempo, porta la firma di Diogo Dalot: catapultato nel magico mondo dello svedese nelle ultime ore del mercato estivo. "Dio Zlatan c'è sempre", ha postato sui social il giovane difensore portoghese. C'è, si sente e fa la differenza. Il tutto all'età di 39 anni compiuti. Ma questo è ormai un dettaglio anagrafico ininfluente per il gigante di Malmoe. O qualcuno continua a pensarla diversamente?

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