Olsen attacca la Roma dopo la cessione: “Volevano solo vendermi e guadagnare bene”
Robin Olsen è passato allo Sheffield negli ultimi giorni di mercato. Il portiere svedese, sotto contratto con la Roma fino a giugno 2023, è stato ceduto in prestito al club inglese che ha fortemente voluto l'estremo difensore finito fuori dal progetto della società e di Mourinho. Direttamente dal ritiro della Nazionale svedese, Olsen ha rivelato di essersi scrollato di dosso un peso enorme. Aveva il desiderio di cambiare ambiente poiché consapevole che la Roma volesse solo che andasse via: "Avevo voglia di andare via dalla Roma – ha spiegato – La Roma non mi voleva".
Olsen ha raccontato i retroscena di una trattativa con lo Sheffield che a tratti si è tinta di giallo. La documentazione arrivata nell'ultimo giorno e la formula contrattuale hanno tenuto in tensione il portiere che aveva solo il desiderio di trovare una squadra che gli potesse dare spazio. Olsen alla Roma percepiva uno stipendio di 2 milioni di euro netti a stagione. Uno scoglio per il club giallorosso che ha fatto di tutto pur di cederlo e scrollarsi di dosso questo peso. "Per loro era l'occasione per vendermi e guadagnare bene".
Le parole di Olsen durante il ritiro con la Svezia
La Roma fin da subito aveva infatti pensato di cambiare portiere. Già dall'inizio della scorsa stagione Olsen non rientrava più nei piani del club. Arrivato nel 2018 dal Copenaghen, l'estremo difensore svedese era stato protagonista solo di una stagione da titolare in maglia giallorossa, quella 2018/2019, prima di passare in prestito l'anno successivo al Cagliari. Ma il suo tempo a Roma era ormai finito e così ecco il nuovo prestito, questa volta in Inghilterra, all'Everton, con cui ha giocato 11 gare in Premier League.
Il club di Friedkin per questo motivo avrebbe voluto monetizzare qualcosa dalla cessione dello svedese, ma alla fine è riuscito a strappare soltanto un prestito risparmiando quantomeno i costi alti previsti nell'ingaggio del giocatore. "Durante la trattativa con lo Sheffield l'ultimo documento andava firmato e inviato in cinque minuti – ha raccontato – C'era molto stress e con me c'era Forsberg, siamo usciti e poi il tempo è passato velocemente".