Oggi si gioca la partita più ricca dello sport mondiale: non è solo uno spareggio promozione
La partita più ricca di sempre. Si gioca a Wembley sabato alle 17:45 e come ogni anno, mette in palio l'ultimo posto per la promozione in Premier League. Stavolta tocca a Luton Town e Coventry City, una contro l'altra per giocarsi il ritorno tra le big d'Inghilterra e un assegno complessivo di oltre 200 milioni di euro. In singola gara, non esiste alcuna sfida di alcuno sport che possa valere tanto quanto la finale dei play-off di Championship. Nemmeno la finale di Champions League, mettendo in conto tutto il pregresso dalla fase a gironi in poi (il Real Madrid campione d'Europa nel 2022 ha preso 133,7 milioni di euro). La differenza tra la permanenza in seconda serie e l'ascensore nel gotha del calcio d'Oltremanica è enorme, anche in caso di retrocessione immediata. Perché oltre ai ricavi monstre dal punto di vista televisivo, un solo anno da neopromossa in Premier garantisce un paracadute senza pari nel resto d'Europa, tale da lenire gli effetti negativi di un eventuale ritorno tra i cadetti.
Quanto valgono i diritti tv di una neopromossa in Premier League
La fetta maggiore arriva, come prevedibile, dai diritti televisivi, notoriamente il punto di forza di tutti i club di Premier League. Nella stagione 2021/22, il club che ha ricevuto la quota minore dalla redistribuzione dei proventi televisivi, è stato il Norwich, giunto ultimo in classifica. Un totale di poco inferiore ai 100,6 milioni di sterline per i gialloverdi, neopromossi e immediatamente rispediti in Championship. Una cifra impossibile da paragonare alle altre "piccole" delle top 5 leagues, ma in molti casi vicina (se non maggiore) a quella ottenuta dalle big europee nei rispettivi campionati. Nella stessa stagione, la Juventus ha contabilizzato 91 milioni di proventi media ad eccezione da quelli derivanti dalle competizioni UEFA, mentre l'Inter 84 milioni e i campioni d'Italia del Milan hanno chiuso la stagione dello scudetto con 88,8 milioni di euro per la licenza dei diritti audiovisivi non legati alle coppe europee.
Nel caso di Luton e Coventry, inoltre, non va sottovalutato un aspetto particolare: entrambe le squadre non hanno mai partecipato alla Premier League del boom economico. I primi, addirittura, mancano dalla massima serie dalla stagione 1991/92, quando ancora si chiamava First Division. I loro avversari, invece, hanno chiuso al 19° posto nella stagione 2000/01, senza mai riuscire ad avvicinarsi ad un ritorno al top, fino a questa finale play-off. Dunque non si stanno solo giocando un assegno da record per il calcio mondiale, ma anche una somma mai vista prima nella loro storia sportiva. Con tutto quello che ne può conseguire anche per gli altri ricavi: sponsorizzazioni in primis, seguite dal botteghino. Nel caso del Coventry, si parte da una media che nell'ultima stagione è stata di poco superiore ai 20 mila spettatori, in uno stadio da più di 32 mila posti. Per il Luton, invece, c'è l'incognita Kenilworth Road: lo storico stadio costruito nel 1905 può ospitare 10.356 spettatori e da mesi si discute dalla possibilità di cambiare casa nell'eventualità di una promozione.
Retrocessione e paracadute, le cifre della Premier League
Oltre alle tv e alla biglietteria, però, c'è da tenere in conto quella che è una vera e propria assicurazione in caso di retrocessione. Perché il club che vincerà i play-off avrà anche la certezza di un paracadute tale da poter sostenere un ritorno in Championship. Trattandosi di neopromosse in ogni caso, sia che vinca il Luton Town, sia che vinca il Coventry City, la quota prevista per ammortizzare i danni di una caduta in seconda serie sarà identica: il 55% dei proventi televisivi suddivisi in parti uguali tra i club di Premier League al primo anno e, in caso di mancata promozione, il 45% al secondo anno. Ciò significa che nell'arco di due stagioni, anche nella peggiore delle ipotesi – ovverosia quella di un'immediata retrocessione in Championship – la vincente di questo play-off potrà comunque contare su un paracadute pari alla quota equamente distribuita tra i 20 club di massima serie.
Numeri alla mano, in base alla redistribuzione della stagione 2021/22, si tratta di oltre 81 milioni di sterline: 31,8 milioni dai proventi tv nazionali e 48,9 milioni dai diritti internazionali, più un contributo di solidarietà. Sommati al minimo di 100,6 milioni stimati per la prima stagione in Premier League, ovvero la cifra ottenuta lo scorso anno dal retrocesso Norwich, significa più di 181,5 milioni di euro messi al sicuro con una sola vittoria, l'ultima da ottenere in questa stagione nella finale play-off di Wembley. Al cambio, sono 209 milioni di euro, senza tener conto del botteghino e dell'inevitabile boom a livello di sponsorizzazioni. Va da sé che in caso di salvezza, la cifra sarebbe nettamente superiore, con un secondo anno in Premier e con i conseguenti 100 milioni (e oltre) di sterline da aggiungere a quelli dell'anno da matricola.
Ci sono club in Serie A, in Liga, in Ligue 1 e in Bundesliga che 209 milioni non li fatturano in una singola stagione. Luton Town o Coventry City se li assicureranno in un solo pomeriggio e gli effetti li abbiamo già visti lo scorso anno: è per questo che il Nottingham Forest neopromosso in Premier League si è potuto permettere una spesa superiore ai 190 milioni di euro sul mercato.