Oggi Pioli al Milan si sente come Inzaghi: “Anche di lui 14 mesi fa dicevano che era da buttare via”
Dopo la sconfitta nel derby che ha permesso all'Inter di conquistare l'aritmetica certezza del suo 20° Scudetto, Stefano Pioli ha parlato del suo futuro, sempre più in bilico, sulla panchina del Milan. E nel farlo ha chiamato in causa proprio quel Simone Inzaghi che poco più di un anno fa era criticato dai suoi stessi tifosi e oggi viene esaltato in quanto principale artefice della squadra capace di dominare la Serie A portando a casa il titolo con ben cinque giornate d'anticipo:
"Non so se al Milan è finito un ciclo. Quello che so è che quattordici mesi fa dicevano che Simone Inzaghi era da buttare via e guardate cosa ha fatto. Io qui sto bene, sto lavorando bene, penso che la squadra abbia ancora grandi margini di miglioramento. Dobbiamo finire bene la stagione e poi, a bocce ferme, faremo tutte le valutazioni e ciò che deve essere fatto sarà fatto" ha infatti detto il tecnico rossonero ai microfoni di DAZN al termine della stracittadina, persa per 2-1, che ha permesso ai rivali di centrare lo scudetto della seconda stella.
Evidente dunque che, stando alle sue parole, Stefano Pioli creda che sia ancora possibile proseguire la sua avventura da allenatore del Milan anche nella prossima stagione, nonostante ad oggi, ancor di più dopo la sconfitta nel derby contro l'Inter, appare del tutto improbabile una sua riconferma da parte della dirigenza rossonera che stando a diverse indiscrezioni avrebbe già dato mandato a Zlatan Ibrahimovic di cercare il sostituto del tecnico emiliano già "esonerato" pubblicamente anche dalla parte più calda del tifo rossonero dopo la cocente eliminazione dall'Europa League per mano della Roma. Chissà però che in queste ultime cinque partite di Serie A che mancano per concludere la stagione della formazione rossonera, il 58enne che due anni fa ha portato il Milan allo Scudetto non riesca nell'impresa più grande: convincere la proprietà a confermarlo anche per la prossima stagione e riacquistare, seppur con le inevitabili riserve del caso, la fiducia di quella tifoseria che contrariamente a lui crede invece che il suo ciclo sia giunto al termine.