“Nostra eroina”: l’Iran difende il portiere della Nazionale femminile, sospettata di essere un uomo
La vicenda di Zohreh Koudaei, 32enne portiere della Nazionale femminile di calcio dell'Iran, è diventata nelle ultime ore una questione di Stato tra il Paese mediorientale e la Giordania, eliminata dalla fase finale della Coppa d'Asia che si giocherà l'anno prossimo proprio grazie alle parate strepitose del numero uno iraniano nella lotteria finale dei rigori. L'imponenza fisica e i tratti somatici della calciatrice hanno provocato addirittura una richiesta formale da parte della Federcalcio giordana di accertare se il sesso della Koudaei sia realmente di genere femminile. In altre parole il sospetto è che tra i pali delle donne dell'Iran ci sia un uomo.
Il fatto che il presidente della federazione calcistica giordana sia il principe Ali Bin Al Hussein ha spostato la vicenda su un piano evidentemente più alto di quello semplicemente sportivo. Sul suo profilo Twitter Hussein ha inviato una lettera alla Federcalcio asiatica (AFC) chiedendo di verificare il sesso del portiere della Nazionale iraniana. Dal canto suo, la calciatrice ha reagito sdegnata alle accuse: "Sono una donna, questo è bullismo dalla Giordania. Farò causa alla Federcalcio giordana".
La donna ha l'appoggio dell'intero Paese, che accusa gli avversari di non saper perdere e di attaccarsi a qualsiasi sotterfugio per cercare di ribaltare il legittimo verdetto del campo. Teheran ha tappezzato le sue strade di manifesti a difesa del proprio portiere. "Eroina", dicono le enormi scritte affisse in molti punti della capitale iraniana a corredo dell'immagine della Koudaei. La stessa parola è ripetuta in tantissimi post su Twitter, mentre il popolare account Living in Teheran scrive: "Sosteniamo Zohreh Koudaei, che viene abusata dal popolo giordano e altrove. Lasciatela in pace". E poi ancora: "Bravi, supportiamo tutti Zohreh, inclusa la municipalità di Teheran".