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Caso Juve, le news su plusvalenze e stipendi

Non solo Ronaldo, anche Chiellini strapagato dalla Juve: “Il totale della cifra è spaventoso”

Nelle intercettazioni dell’inchiesta sulla Juventus, emerge la chiara consapevolezza da parte dei dirigenti bianconeri di aver messo in atto negli anni una gestione societaria scriteriata, che ha portato alle attuali drammatiche conseguenze: “Con la favola del Covid si allunga il naso a chiunque”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Spese senza controllo, costi del personale ugualmente debordanti, i conti che non tornano e non sono neanche più supportati dai risultati e dai relativi introiti: leggere le intercettazioni contenute nel poderoso atto della Procura di Torino con cui i Pm nello scorso giugno – nell'ambito dell'inchiesta Prisma – motivarono la richiesta di provvedimenti cautelari per Andrea Agnelli e altri dirigenti apicali della Juventus (respinta dal Gip) equivale ad immergersi in uno scenario da incubo per i diretti interessati, che non fanno altro che parlare della situazione drammatica del club da un punto di vista sia delle casse (servirà un robusto aumento di capitale della Exor, il secondo in pochi anni) che del bilancio.

Quanto a quest'ultimo – pesantemente in rosso da parecchi esercizi, con tutte le difficoltà del caso a presentarlo a chi di dovere in maniera che appaia sostenibile – in quel momento (siamo nell'estate del 2021, le utenze telefoniche sono messe sotto controllo tra luglio e settembre) sono già in atto da tempo tutti i possibili correttivi ed escamotage da parte della società bianconera per cercare di alleggerirlo. Sono le manovre che la Procura contesta alla Juve con le accuse di false comunicazioni sociali (in riferimento agli anni 2018, 2019 e 2020), ostacolo alla vigilanza Consob, aggiotaggio e false fatturazioni. Tutto fatto a termini di legge, ribatte il club, dalle plusvalenze realizzate nel calciomercato con valutazioni elevate dei cartellini agli accordi con i calciatori della rosa circa gli stipendi durante la pandemia.

In quelle settimane non si parla d'altro tra i dirigenti juventini e nel tema dei costi che nel corso degli anni hanno preso una deriva non più sotto controllo – portando all'attuale situazione di estrema difficoltà, con l'onerosissima operazione Ronaldo a farla da padrona – entra anche il nome dell'allora capitano Giorgio Chiellini. Ne parla l'ex direttore finanziario Stefano Bertola con una dipendente il 1 agosto 2021, in merito al rinnovo contrattuale del difensore toscano e dello stipendio corrispostogli nel corso degli anni: "Se tu vedi il totale della cifra che gli abbiamo pagato, fra stipendi, premi, altre cose, è spaventoso, no, no, non c'è criterio nel modo in cui noi spendiamo i soldi a partire dallo sport che fa grandi numeri ma anche nel resto dell'azienda, ok? Non c'è da stupirsi se in due anni abbiamo chiesto 700 milioni di euro agli azionisti".

Cristiano Ronaldo e Giorgio Chiellini: voci di spesa pesantissime per la Juve
Cristiano Ronaldo e Giorgio Chiellini: voci di spesa pesantissime per la Juve

A buoi già scappati dalla stalla, c'è insomma nelle conversazioni intercettate la coscienza di aver messo in atto una gestione del club scriteriata al di là delle difficoltà enormi sopravvenute col Covid, che è stata la mazzata finale su una situazione che era già senza ritorno, in cui le responsabilità vanno cercate in casa propria. "Dalle operazioni tecniche – scrivono gli inquirenti – è emersa la piena consapevolezza, da parte degli odierni indagati, dello strutturale scompenso finanziario di Juventus F.C. (perdita aggregata del periodo 1° luglio 2018 – 30 giugno 2021 pari a euro 339,5 milioni) derivante da una gestione in cui i costi hanno da tempo superato di gran lunga i ricavi e tale da determinare il ricorso, nel giro di due anni, a ben due aumenti di capitale per l'importo complessivo di 700 milioni di euro".

Ne parlano Bertola e il Ds Cherubini il 22 luglio 2021: "In due anni… hai buttato tutto alle ortiche… 700 milioni messi dagli azionisti – dice Bertola – hai messo a rischio… tutta una serie… perché questo? Perché un giorno hai deciso di mandare via due persone… che probabilmente era giusto mantenere… per cui hai messo le chiavi…".  "Hai dato le chiavi della macchina…", gli da spago Cherubini. "O a persone sbagliate o a persone – come hai detto giustamente tu – che avevano bisogno di altre persone…", conclude Bertola. Probabile che in questo scambio ci si riferisca all'addio di Beppe Marotta nell'autunno del 2018 ed alla presa di potere sul mercato praticamente senza limiti di spesa da parte di Fabio Paratici. "Quando il nostro giocatore peggiore guadagna come il miglior giocatore dell'Atalanta…", è l'amara considerazione di Cherubini rispetto al monte ingaggi della Juve che ha ereditato.

Fabio Paratici e il suo all'epoca braccio destro Stefano Cherubini: la mala gestione della Juve risale a quegli anni
Fabio Paratici e il suo all'epoca braccio destro Stefano Cherubini: la mala gestione della Juve risale a quegli anni

Quanto al Covid, è un alibi che i dirigenti juventini per primi sanno bene essere tale. Un altro indagato, Marco Re, ex Chief Financial Officer bianconero (estromesso nel 2020 e sostituito pro tempore da Bertola), lo dice chiaramente in una intercettazione del 16 luglio 2021: "Con la favola di dire che il Covid ha mangiato 340 milioni si allunga il naso a chiunque". A quel punto la situazione era di una evidenza ormai chiara a chiunque in casa Juventus.

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