Non solo debiti o stipendi non pagati, Zanetti: “Costruita un’Inter da scudetto e siamo agli ottavi”
Il vice presidente Javier Zanetti esalta l'Inter nel giorno in cui si giocherà contro il Real Madrid l'ultima partita con gli ottavi di finale già in tasca. Un risultato che in casa nerazzurra mancava da dieci lunghissimi anni, dalla stagione post Triplete che inaugurò un tunnel lunghissimo, in cui il club ha rischiato anche di perdere la propria identità tra passaggi di proprietà difficoltosi e risultati sportivi insoddisfacenti su tutto il fronte, italiano ed europeo. Adesso, il ritorno al Bernabeu che per Zanetti e i tifosi nerazzurri ha il sapore di un ricordo indelebile, di quella Champions alzata al cielo battendo il Bayern Monaco sotto i colpi di Milito. L'argentino non ci sarà, non ci sarà da giocarsi un trofeo, ma di certo la credibilità internazionale di un club che faticosamente è risorto dalle proprie ceneri.
In campo macinava chilometri, sradicava palloni, si immolava alla causa nerazzurra, costruendosi una carriera unica che lo ha consacrato tra i grandi di sempre nel panorama interista. Da dirigente ha svolto la stessa missione con uguale carisma e tenacia, superando i flutti dell'addio di Moratti, il triste avvento di Thohir, l'inizio faticoso di Suning, vista all'esterno con sospetto e poca fiducia. A conti fatti, però, ha ragione Javier Zanetti ad essere rimasto malgrado tutto e tutti al proprio posto, in cabina di comando non curandosi di presidenti assenti o proprietà lontane. Ha trascinato la società fuori dalle paludi, senza mai mollare un attimo come faceva in campo.
Adesso è tempo di raccogliere il seminato, rispedire al mittente recenti paure o i soliti sospetti che l'Inter è riuscita a trasformare in risultati importanti. "Con Suning abbiamo vinto la Serie A, raggiunto la finale di Europa League, siamo tornati agli ottavi di Champions dopo dieci anni. C'è stabilità, che è qualcosa di essenziale". Le parole rilasciate a ‘Marca' alla vigilia di Real-Inter hanno un peso specifico preciso: la proprietà ha saputo ottenere risultati laddove altri hanno fallito. E nel calcio, più che nella vita, i risultati spesso sono l'unica cosa che conta.
I bilanci in rosso, gli stipendi non pagati, le voci di cessione: se da un lato hanno fatto tremare i polsi ai tifosi interisti, dall'altro hanno cementato il gruppo dirigenziale e sportivo. In una stagione e mezza l'Inter ha conquistato il tricolore, ha giocato una finale di Europa League, si è ripresa gli ottavi in Champions. Il suo habitat naturale dalla quale era stata estromessa. Ed è in grado di restare a livelli altissimi: "Abbiamo una nostra identità e giocatori di qualità che cercheranno di dimostrarlo anche a Madrid. Dopo si può vincere o perdere, ma l'identità è molto chiara in questo momento".
Un momento in cui anche il calcio italiano si sta rilanciando, non solo per gli Europei vinti a luglio, ma per la qualità che sta mostrando anche a livello di club, malgrado non sia come negli anni 90, "qualcosa di impressionante" ricorda Zanetti "un campionato di altissimo prestigio, tutti volevano giocare qui". Tempi passati che pero potrebbero ben presto ripetersi: "Il momento del calcio spagnolo è passato, adesso c'è la Premier. Ma anche la A sta crescendo molto". Anche per merito dell'Inter.