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Non si fermano le minacce di morte a Di Maria in Argentina: non vogliono il suo ritorno a Rosario

La serie di minacce cominciate a marzo non sembra avere fine: nuovi messaggi minatori sono stati inviati a Di Maria e alla sua famiglia per impedirne il ritorno in Argentina.
A cura di Ada Cotugno
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Non si fermano le minacce rivolte ad Angel Di Maria provenienti dalla città di Rosario: tre mesi fa un gruppo di narcotrafficanti aveva recapitato alla sua famiglia messaggi terribili, ma oggi gli eventi violenti continuano a flagellare la città. L'ultimo fra tutti è un foglio trovato in un distributore di benzina con una scritta a mano che recita: "Ti stiamo aspettando Di Maria, dai rosarini".

Un avvertimento in piena regola per tenere lontano l'argentino dalla sua città natale. Il Fideo infatti avrebbe voluto chiudere la carriera con la maglia del Central, la squadra in cui tutto è cominciato, ma la sua presenza non è gradita da una parte violenta della popolazione che sta cercando di scoraggiarlo con ogni mezzo possibile.

I narcotrafficanti minacciano Di Maria

Secondo le autorità Di Maria sarebbe vittima di una possibile organizzazione di narcotrafficanti della città, contrari al suo ritorno. E sarebbero sempre loro ad aver affisso il bigliettino al benzinaio, così da renderlo ben visibile a tutti. Ma le minacce non si fermano di certo qui, dato che prima ancora avevano disseminato nuovi messaggi violenti in giro per la città.

Qualche giorno fa era stato vandalizzato un murale dedicato a Di Maria, disegnato sul muro del centro sportivo della squadra del suo quartiere dove aveva cominciato a giocare a calcio da bambino. Sulla sua immagine è comparsa la scritta "vuoi ancora tornare?".

Prima ancora anche la sua famiglia era stata presa di mira dal gruppo di narcotrafficanti. Negli ultimi mesi sono state recapitate lettere ai suoi genitori e ai suoi parenti stretti che non lasciano dubbi: "Dì a tuo figlio Angel di non tornare più a Rosario perché altrimenti faremo un pasticcio uccidendo un membro della famiglia. Non buttiamo carte. Lanciamo piombo e persone morte".

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