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“Non rivedrai tuo figlio”: minacce di morte al portiere, picchiati due giocatori

Una situazione gravissima in cui è sprofondato il Seregno, in Serie C dopo la denuncia dei calciatori e dell’ex presidente: “Anche un pugile al campo per intimidire”
A cura di Alessio Pediglieri
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I giocatori del Seregno festeggiano la promozione in Serie C conquistata alla fine della scorsa stagione (foto Alessio Morgese)
I giocatori del Seregno festeggiano la promozione in Serie C conquistata alla fine della scorsa stagione (foto Alessio Morgese)

Una storia torbida, al limite del surreale ma tremendamente vera. Sta accadendo al Seregno Calcio, società che milita nel Girone A di Serie C, categoria in cui è risalito dopo 39 anni d'attesa alla fine della scorsa stagione, e che ha acceso i riflettori della magistratura con una indagine per delinearne il quadro generale e raccogliere tutte le informazioni utili per procedere con eventuali pene. Le accuse sono pesantissime, con le denunce esposte da parte del portiere della squadra e da un altro paio di calciatori. Il tutto avvallato dalle dichiarazioni dell'ex presidente della società che ha confermato il clima intimidatorio in cui è caduto il club.

Un ambiente invivibile in cui ci si deve guardare le spalle più che pensare ad allenarsi e scendere in campo per giocare. Il Seregno Calcio, piccolo club alle porte di Milano, sta vivendo giorni di inferno e il tutto è stato portato davanti agli occhi dei carabinieri che hanno raccolto diverse denunce: minacce di morte, aggressioni, intimidazioni vere e proprie. Con l'ex patron della società, Davide Erba, che ha lasciato la guida una settimana fa di fronte a ciò che lui stesso definisce "un ambiente da cui stare lontani e di cui io sono da tempo stufo".

Il quadro che ne sta emergendo è sconsolante e preoccupante: "Ci sono state minacce di morte al portiere, al vicepresidente, due giocatori sono stati picchiati da altri due ragazzi", due compagni della stessa squadra, in una vera e propria ‘faida' interna. A parlare è Davide Erba che elenca il triste resoconto delle ultime settimane. Addirittura è stato mandato un pugile, un ex kickboxer che gestisce una società di security, il tutto con un intento specifico: "É apparso al campo a minacciare e intimidire, ci sono le querele e io procederò a breve" conclude l'ex patron. Ma c'è di più e ciò che dichiara raggela il sangue nelle vene: "Davanti a testimoni, al portiere è stato anche detto che non avrebbe rivisto il figlio piccolo".

Una situazione insostenibile che ha portato Erba alla cessione del club: "É iniziato tutto da lì, non appena ho annunciato l'intenzione di vendere. La magistratura adesso indagherà e verificherà" soprattutto su ciò che Erba afferma, indicando nella figura di Ninni Corda il mandante presunto di tutto ciò che sta avvenendo dopo che lo ha allontanato dall'incarico di direttore generale: "Ho provveduto a licenziarlo" dopo che aveva intuito il clima che si stava creando, invivibile. Lo stesso Corda però, non è rimasto in silenzio e ha annunciato denunce: "Non ho mai minacciato nessuno di morte in 25 anni di onorata carriera. Erba si dovrebbe preoccupare della grave situazione prospettata a me tramite sms, whatsapp ed email nelle scorse settimane". Adesso la parola passa alla giustizia.

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