“Non era Solskjaer ad allenare il Manchester United”: la surreale cronaca di un fallimento
Dopo l'addio a Ole Gunnars Solskjaer non mancano i retroscena sulla sua gestione al Manchester United. Tante le critiche all'interno dello spogliatoio per il manager, ormai esonerato, che non è riuscito a compattare il gruppo, dimostrando anche numerose lacune che hanno inevitabilmente fatto calare ai minimi termini la capacità di mantenere il polso della situazione incidendo anche sul rendimento dei singoli. Sia in campo, che fuori, le cose non sono andate bene e, stando a quanto trapela dall'Inghilterra, forse avrebbero meritato un cambio della guardia già nelle scorse settimane.
I retroscena sugli avversari e il perché del mancato esonero in precedenza da parte dello United
I mali di Solskjaer iniziano da lontano e non certo dopo l'ultimo tracollo in casa del Watford di Claudio Ranieri, non certo una contendente per le zone alte della classifica. Già da mesi qualcosa si era incrinato nella squadra, con gli episodi e le giocate individuali (come i gol di Ronaldo) che ormai non bastavano più a coprire le falle. A dare una dimensione di quanto i Red Devils fossero in crisi, basta sottolineare l'atteggiamento degli avversari. Tutto è iniziato con il deludente pareggio contro l'Everton, con Solskjaer che ha inizialmente spedito in panchina CR7 ed è stato criticato a non finire per aver gettato alle ortiche la chance di restare in scia delle primissime della classe. Indiscrezioni raccontano della furia nel post-partita dei giocatori dei Toffees, increduli di non essere riusciti a vincere contro uno United così dimesso sia in termini di gioco che di atteggiamento e linguaggio del corpo.
Diametralmente opposto invece il comportamento di quelli del Manchester City e del Liverpool che nonostante le vittorie nella sempre speciale sfida contro lo United non hanno nemmeno esultato più di tanto negli spogliatoi, a dimostrazione di quanto la percezione di una partita "facile" per il basso valore degli avversari fosse evidente. La domanda dunque è: come mai nonostante tutto la dirigenza ha deciso di non licenziare Solskjaer e provare a dare la scossa? Probabilmente se il norvegese non avesse avuto un passato da calciatore tanto glorioso, i vertici dei Red Devils non lo avrebbero trattato fino alla fine con "i guanti bianchi" pur vedendo una squadra incapace di lottare, e fragile da ogni punto di vista. D'altronde anche nella nota d'addio sono stati citati i suoi risultati positivi (terza media di vittorie più alta dal dopoguerra in poi).
Le difficoltà di Solskjaer e le lacune tattico-tecniche in allenamento e in partita
Impossibile però andare avanti così, anche per chi lo ha sempre difeso ovvero i suoi ex compagni e attuali opinionisti. Entrando nello specifico, le colpe di Solskjaer sarebbero relative anche alla gestione dei calciatori, molti dei quali non si sono sentiti valorizzati. Un rappresentante di un giocatore United ai microfoni ha dichiarato: "Ole è un bravo ragazzo ma fa sembrare i buoni giocatori nella media". Lacune soprattutto tattiche sia in allenamento che in partita, secondo quanto rivelato, con molte stelle che non si sarebbero sentite mai coinvolte. Atteggiamenti dunque e metodologie non gradite e che facevano trasparire una mancanza di esperienza, oltre che di polso, che i suoi collaboratori come Michael Carrick, attuale guida tecnica in attesa del mister "ad interim" e Kieran McKenna provavano a coprire guidando spesso i lavori a Carrington. Infatti sulle colonne del Times si legge:
Ha anche sorpreso alcuni giocatori che Solskjaer fosse a malapena coinvolto negli allenamenti. Restava in disparte a Carrington lasciando Michael Carrick e Kieran McKenna ad allenare la squadra. Alla coppia sono stati affidati anche i discorsi tattici pre-partita.
In tanti non hanno ricevuto la giusta sferzata, pagando poi a caro prezzo questa "mollezza". Ovviamente se dietro le quinte il suo staff poteva "aiutare" maggiormente l'allenatore, le cose cambiavano in occasione delle partite con Solskajer spesso riluttante anche nell'apportare modifiche.
La scelta Solskjaer dopo ‘l'era tossica' Mourinho
E pensare che all'inizio dopo quella che è stata definita come "l'era tossica" di José Mourinho, Solskajer sembrava dover ricoprire un ruolo solo da traghettatore dello United, anche alla luce di un bagaglio di esperienza considerato ancora troppo scarso. E invece tutto si è prolungato anche perché inizialmente i segnali sembravano buoni, con le lacune tattiche che non apparivano così gravi, a fronte di un ritrovato entusiasmo anche per il ritorno di una grande gloria dello United. Un errore di valutazione che si è visto sul lungo periodo, così come quelli nella gestione del gruppo, che ora sono venuti fuori. Dettagli in molti casi rivelatisi però poi decisivi nel contribuire a generare confusione. Come quando per esempio assegnò la fascia di capitano al giovane Tuanzebe, proveniente dall'Academy e non al campione del mondo Pogba. Quest'ultimo accusato di avere troppo peso negli spogliatoi, è stato uno dei giocatori più difficili da gestire per il tecnico che ad alcuni amici rivelò come il "mantenere Pogba felice" fosse uno dei segreti per mantenere compatto il gruppo.
Cristiano Ronaldo e le plateali critiche a Solskjaer
Sono stati diversi i messaggi affettuosi di saluto per Ole Gunnar Solskjaer ora che è stato ufficializzato il suo addio al Manchester United.Su tutti quello di Cristiano Ronaldo, che ha sottolineato la lunga avventura condivisa nei Red Devils con il norvegese definito "umanamente eccezionale". Parole che però non ha cancellato quanto si è visto platealmente negli scorsi mesi, con il portoghese frustrato e deluso in campo, e a quanto pare anche negli spogliatoi. Divergenze sul modo di far giocare la squadra (spesso si è quasi sostituito al manager in campo), rabbia per la panchina nel match contro l'Everton, e anche l'umiliazione della presa in giro del mister in occasione della sfida con l'Everton.
Solskjaer accusato di favoritismi nello spogliatoio
Ma Cristiano Ronaldo non è stato l'unico giocatore del Manchester United insoddisfatto della gestione Solskjaer. Stando a quanto raccontato dal The Telegraph, anche Bailly, Lingard, Van de Beek e Matic hanno manifestato il classico mal di pancia, con alcuni di loro che hanno ricevuto anche la solidarietà del resto dello spogliatoio. Difficile infatti capire i motivi delle continue esclusioni dei tre centrocampisti: dal primo che non ha mai avuto modo di giocare con continuità (e che paradossalmente ha segnato l'ultimo gol della gestione Solskjaer), al secondo che tornato con grandi aspettative ha perso le sue certezze al punto da pensare come l'olandese ad un nuovo addio ("Cosa ci fa qui se non lo utilizza?", ha dichiarato un anonimo calciatore dei Red Devils), fino al terzo uomo, d'esperienza e di "razionalità" in mezzo al campo ,con solo due partite da 90′ in stagione.
Le scelte cervellotiche e il crollo dei giocatori più rappresentativi del Manchester United
Esclusioni che hanno alimentato lo spogliatoio il dubbio su possibili favoritismi da parte di Solskjaer, con scelte (basti pensare all'insistenza nello schierare Maguire o Luke Shaw anche se acciaccata) spesso inspiegabili. Situazioni che hanno inevitabilmente fatto pensare anche a divergenze con la dirigenza, sulle scelte legate al mercato, con il tecnico che si è mostrato forse anche in questa circostanza troppo "tenero" e per certi versi eccessivamente aziendalista. Anche questo è stato oggetto di accesi post-partita nel centro sportivo dello United, con il mister che però non è mai riuscito a riportare il discorso su binari giusti, creando inevitabilmente anche troppi alibi nei suoi giocatori. Non è un caso che è evidente come numerose pedine della squadra sembrano in crisi e lontane parenti della loro miglior versione: dal citato Pogba a Ronaldo, fino a Bruno Fernandes, calato rispetto alla scorsa eccezionale annata.
Alla fine a pagare per tutti dunque è stato Solskjaer che dunque non si è dimostrato all'altezza della situazione soprattutto se paragonato per esempio ad un mostro sacro del passato, come Sir Alex Ferguson, impareggiabile in termini non solo tattico-tecnici, ma a livello gestionale. Adesso però anche i calciatori e le tante stelle United dovranno necessariamente cambiare passo e dimostrare che un cambio della guida era quello di cui avevano bisogno.