Non è colpa del vino a tavola se l’Inter di Conte ha numeri negativi rispetto a un anno fa
I numeri non dicono tutto ma tracciano la cornice della discussione. I numeri sono l'unica cosa che nessun bicchiere di vino di troppo può giustificare. Evocato da Antonio Conte in diretta Tv per replicare alle critiche mosse da opinionisti che, a suo dire, avrebbero alzato un po' il gomito, l'unico rosso che manda in tilt le ambizioni dell'Inter è la sequenza asettica delle cifre raccolte finora. Al netto di tutte le attenuanti (le assenze per Covid, fenomeno abbastanza diffuso in Serie A e non solo zavorra per i nerazzurri), il bilancio è negativo a cominciare dal raffronto della classifica attuale con quella dell'anno scorso.
Bilancio negativo rispetto a un anno fa
Alla settima giornata di un anno fa la sua squadra era seconda con 18 punti (6 vittorie, 1 sconfitta) a -1 dalla Juventus capolista e, dato più importante, aveva subito un numero inferiore di gol (4) con una differenza reti che rendeva ancora più marcata la compattezza del gruppo: +10, considerati i 16 centri complessivi. La situazione attuale è da allarme ‘rosso' (e anche qui il vino nulla c'entra…): il gap dalla vetta è di 5 punti, aumentato dallo svantaggio di aver perso lo scontro diretto con il Milan (2-1); l'Inter è settima con 12 punti (6 in meno rispetto alla stagione 2019/2020) per effetto di 3 vittorie, altrettanti pareggi e 1 sconfitta; la proporzione della differenza reti (+5) è sbilanciata dai gol incassati 11 (+7 nel rapporto con lo scorso campionato) a fronte delle 16 realizzate. Per trovare qualcosa di peggio bisogna risalire al 2016, quando in panchina c'er Frank de Boer.
L'Inter è quasi fuori dalla Champions
Numeri non effluvi di alcol, né retrogusto inebriante. Anzi, è molto amaro e sa di tappo quello che lascia in bocca il trend di rendimento della sua squadra. Anche in questo caso, la realtà dei fatti e delle cifre aiuta a non perdere di vista l'argomento principale: gli investimenti sostenuti (compreso lo stipendio da 12 milioni netti a stagione) collidono – al momento – con i risultati, compreso il cammino in Champions dalla quale c'è il rischio di uscire per il secondo anno consecutivo alla fase a gironi. L'Inter è ultime nel girone con 2 (frutto di altrettanti pareggi e 1 sconfitta), in svantaggio nello scontro diretto con il Real (deve vincere a San Siro, possibilmente senza subire reti, per annullare il 3-2 di Madrid), a -2 dallo Shakhtar (0-0 all'andata) e -3 dal Mönchengladbach primo nel gruppo (che a San Siro ha pareggiato per 2-2).
La vittoria manca da quasi 2 mesi, subisce 1.6 gol a partita
In Europa come in Italia, in fondo al bicchiere restano sedimenti delle difficoltà di questa Inter costruita per vincere e adesso barcollante al primo novello messole a tavola. L'ultima vittoria in campionato risale al 24 ottobre scorso: successo in trasferta a Marassi contro il Genoa (0-2). Per trovare un'altra bisogna procedere a ritroso di un mese, fino al 30 settembre (5-2 a Benevento). Su 10 gare disputate (comprese quelle di Coppa), l'Inter ne ha vinte 3, pareggiate 5, perse 2. I gol subiti sono 16 con una media tutt'altro che lusinghiera (1.6 a partita).
La stoccata di Marotta: Sono troppi i gol che prendiamo
Numeri che Conte prova a giustificare facendo leva sul carattere della squadra, sull'intensità in partita che non manca affatto (e chi dice il contrario è un ubriaco…) e camuffando la questione dei gol subiti con la necessità di segnarne uno in più rispetto agli avversari. Concetto che non fa una grinza ed evidentemente deve aver fatto breccia nelle sue convinzioni di allenatore che ha sempre impostato sulla solidità difensiva la ragione dei successi ottenuti. In società, però, la pensano diversamente, tant'è che lo stesso Marotta glielo ha ribadito in diretta Tv: "L’unica cosa che non va sono i troppi gol che prendiamo, ma Conte ci sta lavorando".