Nigel De Jong, da Xabi Alonso alle supercar: oggi fa i soldi vendendo Lamborghini e Maserati ai calciatori
Nigel De Jong, il "giocatore più violento della storia del calcio". L'ex centrocampista olandese si è portato con sé questa etichetta che non è più riuscito a scrollarsi da dosso da quando venne immortalato nel famoso calcio da kung-fu sferrato al petto di Xabi Alonso nella finale di Coppa del Mondo 2010. Un epiteto che gli piombò addosso dall'Equipe e con cui ha dovuto fare i conti fino a fine carriera, conclusasi nel 2021 in Qatar. Ma che non lo ha mai fermato, in campo come nella vita dove si è costruito passo dopo passo sin da giovanissimo, con una forza di carattere e una determinazione che, non a caso, oggi gli hanno permesso di essere tra gli ex calciatori di maggior successo sul fronte imprenditoriale, riuscendo a sfruttare proprio il meglio del proprio passato: con la vendita di auto super lusso.
Chi ha avuto a che fare con lui nel corso della sua lunga carriera, ha sempre definito De Jong un uomo e un giocatore intelligente, professionale e disciplinato e non è un caso se ancor oggi i suoi ex allenatori e compagni ne possono parlare solamente un gran bene: da Louis van Gaal, a Mark Hughes, da Robin van Persie a Vincent Kompany, amici e colleghi di una vita. Trascorsa sui campi di calcio, in giro per il mondo: Olanda, Italia, Inghilterra, Medio Oriente, America. Perché De Jong è stato tra i migliori interpreti del suo tempo nel suo ruolo e si guadagnò il Milan tra il 2012 e il 2016, lasciando un ottimo ricordo pur non riuscendo a vincere.
Una maturità umana prima che professionale, raccontata dallo stesso ex campione olandese che si è costruito da solo sia in campo sia fuori. Anche nel momento in cui, a carriera in discesa, ha preso le ultime decisioni, che poi avrebbero delineato la sua vita post calcio: "Ero finanziariamente indipendente, non dovevo più andare a cercare tanti soldi. Per me è stata proprio la gioia del calcio che mi ha aiutato a prendere le ultime decisioni. Perché il calcio è ed è stato il mio primo amore", aveva detto quando era approdato in Bundesliga al Magonza, non certo in un top club che però fu il là per sedimentare l'imminente addio al calcio giocato.
"Lo sapevo da quando ero bambino, da quando potevo camminare e anche quando mi ritirerò, l’amore per il gioco non cambierà. Quando avrò 60 anni, sarà ancora lì. Fa parte di ciò che sono. Penso che l’amore per il calcio rimanga dentro ogni giocatore, soprattutto se giochi ad alto livello da molto tempo".
Parole che sono state profetiche come del resto tutto ciò che ha fatto nella propria vita, perché oggi De Jong nel calcio giocato c'è ancora con una veste tutta nuova e che lo vede nella dirigenza della Nazionale olandese nel ruolo di ds, dove ha messo a disposizione esperienza, cultura del lavoro, passione, insegnamenti fondamentali per restare ai massili livelli il più a lungo possibile: "Tutti cercano il grande successo, troppi pensano ai prossimi tre o quattro anni di carriera" ha rivelato una volta al Sun. "Ma se vuoi essere un top player, devi pensare al lungo termine, devi essere pronto a dare il massimo perché non si tratta solo di allenarsi, giocare e fare il minimo: questo non ti porta da nessuna parte".
Da ragazzo è dovuto crescere rapidamente poiché suo padre Jerry, anch'egli calciatore, ma di medio livello, è stato assente, mentre sua madre Marja soffriva di una malattia renale che richiedeva dialisi a casa e visite ospedaliere regolari. Essendo il maggiore di cinque figli, De Jong ha sempre sentito il peso delle responsabilità, conciliando da subito i suoi impegni calcistici presso l’accademia dell’Ajax con la sua istruzione e il ruolo di capo famiglia: "A dire il vero, avevo già una mentalità determinata fin dalla giovane età: ho una laurea in Economia, mia madre diceva sempre ‘il calcio è solo una parte della tua vita, devi svilupparti oltre' e ho sentito che era vitale per me fare qualcosa per me che non fosse correlato ad esso. Oltre ad essere un giocatore professionista, avevo il sogno di possedere un'azienda e quando ho avuto i soldi e l'esperienza, l'ho realizzato".
Ed eccolo oggi, il nuovo De Jong, prodotto del giovane Nigel, che ha costruito il proprio presente e futuro di successo, da imprenditore. Sfruttando la propria esperienza nel calcio, capitalizzandone al massimo i contatti e mettendo a nudo la propria naturale capacità di fare impresa: "Tutto nasce da mio nonno, che era uno degli amministratori delegati della Ford in Olanda e ho visto da vicino come si è sviluppato come uomo d'affari. Era sempre puntuale, si assicurava che i pagamenti non arrivassero mai in ritardo, prestava attenzione al servizio e offriva extra ai clienti, assicurandosi sempre che l'azienda e la sua famiglia fossero stabili. Lo ammiravo e fuori dal campo volevo essere come lui. Penso anche che la sua professionalità sia qualcosa che ho portato con me anche da calciatore". E non solo.
Nel 2017, Nigel De Jong mette in concreto le proprie idee: progetta e crea la Continental Cars, un'impresa di successo con sede ad Amburgo, che si è specializzato nella produzione delle supercar, le macchine extra lusso con una clientela mirata e dettagliata. Composta da personaggi importanti, sceicchi arabi, magnati di tutto il mondo, collezionisti e, soprattutto, ex colleghi: i calciatori. Una classica "gallina dalle uova d'oro" che oggi permette a De Jong di "rifornire" il garage di diversi ex suoi compagni, potendo sfruttare il bacino vasto – e soprattutto ben conosciuto direttamente – nell'abbinamento di successo "calcio e motori". Nella "scuderia" del De Jong imprenditore, non a caso, sono entrati decine di giocatori tra cui spiccano nomi illustri come Podolski o Ozil.
De Jong oggi possiede un parco-macchine da far invidia a diverse classiche concessionarie: gestisce la vendita di Lamborghini Aventadors, Bentley Continental GT e GTCs, Wiesmanns, Maserati, e ovviamente quasi tutti i tipi di Ferrari. Tutte sono auto extra lusso, che solo una ristretta cerchia di clienti può permettersi: "Nel nostro settore sportivo di solito è molto allettante vivere sul momento, vivere uno stile di vita appariscente, senza pensieri. Ma devi pianificare in modo da poterti permettere anche in futuro di continuare ad avere successo. Questa è un’istruzione che i giocatori dovrebbero ricevere fin dalla tenera età per aiutarli a gestire i soldi che guadagneranno"
Così, oggi Nigel De Jong si ritrova a coltivare ancora e sempre le sue più grandi passioni, senza aver subito l'ansia d'abbandono dal calcio come altri suoi ex colleghi al momento del ritiro: "Il mio segreto è aver sempre coltivato tante idee imprenditoriali e voglio continuare a crescere ancora come persona. Dio mi ha dato il talento e la forza per diventare un calciatore, e questo mi ha dato le risorse finanziarie e la scaltrezza per migliorare in altre aree".