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Nicola sul rigore alla Juve contro il Cagliari: “Luperto cade, come fa a dimenticare di avere braccia e mani?”

Il tecnico dei sardi solleva proteste per la valutazione fatta dal Var e dall’arbitro: “È una questione di biomeccanica, Luperto non aumenta l’ingombro in maniera volontaria”.
A cura di Maurizio De Santis
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Il rigore concesso alla Juventus contro il Cagliari ingolfa di polemiche arbitrali una giornata di campionato che proprio a Torino ha vissuto episodi contestati, in particolare per i casi da moviola nel finale. Sotto i riflettori c'è il tocco di dita del difensore dei sardi, Luperto, che ha spinto il direttore di gara, Marinelli, a concedere il penalty ai bianconeri dopo on-field-review suggerita dal Var.

Cosa è successo? Il nodo del contendere, la sequenza che si rivela decisiva, è dato dalla posizione delle braccia del calciatore rossoblù, che appare in caduta dopo un contrasto con Gatti e un colpo di testa del centrale bianconero. Luperto sfiora la sfera ma, almeno inizialmente, il fischietto non ha la sensazione sia un intervento punibile (tanto da accordare la rimessa dal fondo) poi cambia idea quando va davanti al monitor come suggeritogli da Paterna (in sala Var a Lissone).

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Davide Nicola, allenatore dei sardi, ha commentato a Dazn il "rigorino" concesso ai bianconeri. Lo ha fatto con considerazioni molto precise sulla dinamica dell'episodio. "È una questione di biomeccanica, se sto effettuando un duello aereo con Vlahovic o Gatti, è ovvio che utilizzo le mani per darmi slancio. Ma quando subisco un intervento di testa alle spalle, dove mi si appoggiano le mani sulle spalle e mi si fa cadere all’indietro, come può fare Luperto a dimenticare che ha due mani e due braccia attaccate al corpo?". L'arringa difensiva, appassionata, dell'allenatore censura anche la media delle opinioni fornite in tv dagli ex arbitri: "Luperto non aumenta l’ingombro in maniera volontaria, è per questo che non sono d’accordo. Ripeto, chi conosce la biomeccanica di un calciatore sa benissimo che certe situazioni si verificheranno sempre allo stesso modo. Non si può fare in maniera differente".

A Dazn, Luca Marelli, non aveva manifestato ombre nella decisione di concedere il rigore alla Juventus. "Il tocco c'è e avviene con la punta delle dita perché il braccio è scoordinato rispetto al corpo. Secondo le linee interpretative, questo è calcio di rigore: il braccio porta la figura a occupare un volume maggiore, ecco perché il penalty deve essere assegnato". Sulla stessa lunghezza d'onda anche un altro ex direttore di gara, Calvarese, che parla di "tocco punibile per geometria e rigore giusto. Il braccio sembra in posizione naturale, considerata la volontà di colpire il pallone di testa e l’impatto con l’avversario che è dietro, ma si trova sopra le spalle. In quella posizione, è sempre punibile".

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