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Neymar, Taddei e l’Aurelio: la finta spettacolare dedicata ad Andreazzoli

Neymar ha regalato giocate spettacolari in Reims-Psg. E a un certo punto il brasiliano ha strabiliato con l’Aurelio, la mitica giocata inventata dal calciatore Rodrigo Taddei, ex di Siena e Roma, che quando vestiva la maglia giallorossa sbalordì proprio con questa finta strepitosa che fu ribattezzata l’Aurelio in onore di Andreazzoli, all’epoca collaboratore di Spalletti alla Roma.
A cura di Alessio Morra
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Neymar è tornato a giocare dopo la squalifica subita in un focoso Psg-Marsiglia. Il numero 10 ha voluto ricordare a tutti, nel match vinto per 2-0 contro il Reims, di avere un talento enorme, come se qualcuno se ne potesse dimenticare. Era ispirato quella sera il brasiliano che ha voluto fare spettacolo, e ne ha prodotto talmente tanto che ha permesso al suo club di creare un video, prontamente postato sui social network. Ma c’è stata una giocata in particolare che ha lasciato il segno, una finta che ha ricordato ‘l’Aurelio’ la finta inventata da Rodrigo Taddei, ex calciatore della Roma.

La giocata di Neymar in Reims-PSG

Ha strabiliato Neymar contro il Reims e ha sorpreso un avversario che quando ha visto il brasiliano portarsi il pallone con il tacco dietro il piede sinistro e poi riprenderselo si è fermato, stupito. Perché non pensava potesse fare qualcosa del genere. E invece sì può fare una magia da giocoliere e anche un grande campione può imitare qualcun altro, precisamente Taddei, ex calciatore della Roma.

Quando Taddei stupì con l’Aurelio

Era il 18 ottobre 2006 e si disputava la partita tra l’Olympiakos e la Roma di Champions League quando Taddei sorprese tutti con un gesto tecnico inedito. L’italo-brasiliano spostò il pallone con un solo piede, mentre l’altro era fermo in appoggio. Qualcosa di superlativo che fu ribattezzato l’Aurelio.

Perché la giocata di Taddei, imitata da Neymar, si chiama l’Aurelio

La giocata ha questo nome perché fu Aurelio Andreazzoli, all’epoca collaboratore di Spalletti, a incoraggiare Taddei che in allenamento, già ai tempi del Siena, faceva quella giocata. Ripeté quelle gesta con la Roma e Andreazzoli lo spinse a farlo anche in partita e dopo aver fatto quella magia Taddei in tv diede il merito di ciò al collaboratore di Spalletti. La ripeté poi in un altro paio di occasioni, sempre in Champions, poi l’Aurelio non si è visto più fino a Neymar.

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