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Nessuno corre quanto Pedri a EURO 2020: “Kanté spagnolo? Non gli somiglio per niente”

Pedri è il giocatore, di quelli ancora in corsa, che ha ha percorso più chilometri a EURO 2020. Il giocatore del Barcellona è uno dei pezzi portanti della selezione di Luis Enrique e in Spagna hanno iniziato a soprannominarlo il “Kanté canario” ma lui ha risposto in maniera netta: “Non gli somiglio per niente”.
A cura di Vito Lamorte
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Pedri stupisce EURO 2020. Il centrocampista di Tenerife è uno dei pezzi portanti della Spagna di Luis Enrique: in nessuna delle quattro gare disputate fin qui dalla Roja il CT ha fatto a meno del calciatore del Barcellona nel suo tradizionale 4-3-3. Con il rientro di Sergio Busquets e le buone performance di Koke, la linea mediana ha ritrovato quel mix di intelligenza tattica e di fosforo che ha contribuito al miglioramento delle performance di tutta la squadra. A far parlare di sé, però, è il giovane Pedri, che in una delle classifiche pubblicate dalla UEFA è risultato il calciatore che ha percorso più km agli Europei tra quelli ancora in gara: il blaugrana ha percorso 46,9 chilometri nelle prime quattro partite. Nel calcolo complessivo della competizione Sabatzier dell'Austria e Ekdal della Svezia avevano fatto meglio di lui, rispettivamente con 48,7 e 47,2 km, ma non potranno più aggiungerne altri perché le loro squadre sono state eliminate. L'avversario che può insidiare questo primato di Pedri è Remo Freuel, con i suoi 46,3 km.

Un aspetto molto sorprendente di Pedri, che era apparso stanco nelle prime due uscite, è che ha migliorato molto nelle ultime due gare ma i numeri sono sempre stati buoni: 91% di successo nei passaggi, 277 arrivati a destinazione su 305. Pedri riesce a mostrare sempre la sua intelligenza in campo e si trova sempre al posto giusto per aiutare i compagni nonostante giochi in una posizione molto trafficata e complicata.

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Pedri è bravo a rompere le linee di passaggio e a ridare fiato alla squadra nei momenti di maggiore pressione degli avversari. Si muove costantemente per farsi trovare libero e prova sempre a guadagnare campo sia con le transizioni che con la palla attaccata al piede. Visti i suoi numeri e la sua presenza in varie zone del campo, in Spagna hanno iniziato a soprannominarlo il "Kanté canario" ma alla domanda del giornalista del quotidiano El Pais ha risposto così: "Se vuoi, puoi chiamarmi così ma non gli somiglio per niente".

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