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Nell’ultimo bilancio del PSG un buco da 224 milioni, ma il nuovo fair play finanziario lo aiuta

I conti del PSG nel 2020/21 non rientrerebbero nei nuovi parametri Uefa, ma tra ritorno del pubblico e diritti tv in aumento potranno continuare a spendere.
A cura di Benedetto Giardina
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Il Paris Saint-Germain (in piena pandemia) non rientrerebbe nei nuovi paletti finanziari della Uefa. Nei conti relativi alla stagione 2020/21, pubblicati dal DNCG francese, la spia del club parigini è di un rosso mai così acceso. Non solo perché ha registrato perdite per 224,3 milioni di euro, ma perché le voci previste dalle norme di stabilità approvate di recente dalla Uefa non lascerebbero scampo, in ottica futura. Certo, anche il PSG – come tutti i club, specie quelli italiani – ha tempo per rimettersi in carreggiata e potrà sfruttare il triennio previsto per rientrare gradualmente nei parametri. Inoltre, non va dimenticato che i dati resi noti dalla Lfp prendono in considerazione un'annata interamente flagellata dal Covid-19, tra stadi chiusi e spese sanitarie in continuo aumento, oltre che dal fiasco targato Mediapro per la gestione dei diritti televisivi della Ligue 1. Una stagione che, dal punto di vista economico, ha segnato negativamente l'intero calcio francese e non solo il club della capitale.

Il Paris Saint-Germain sforerebbe i nuovi paletti Uefa

Il non più fair play finanziario, ma «normative sulla sostenibilità finanziaria» adottate dalla Uefa, prevedono un tetto di spesa per stipendi dei calciatori, ammortamenti e compensi agli agenti pari al 70% dei ricavi entro l'inizio della stagione 2025/26. A questa soglia ci si arriverà tramite passaggi intermedi: 90% per il 2023/24 e 80% per il 2024/25, lasciando dunque tutto invariato per la stagione 2022/23, la prima in cui i nuovi regolamenti entreranno in vigore. Il limite di tolleranza (o «deviazione accettabile») è di 60 milioni in tre anni più un'ulteriore soglia di 10 milioni per ciascun periodo di riferimento nel periodo di monitoraggio, ma solo per i club che mostrano una buona salute finanziaria. In sostanza, se le casse sono «in salute», si può arrivare a sforare il tetto di 70 milioni nel triennio di valutazione. Altrimenti, si va incontro a sanzioni (economiche o sportive) che saranno progressive in base alla gravità delle violazioni e al numero di infrazioni commesse in un quadriennio.

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La soglia del 70%, neanche a dirlo, il Paris Saint-Germain la sfonda a occhi chiusi. Idem per quella dell'80%, stando agli ultimi conti pubblicati dal DNCG. Il problema, semmai, è come calcolare in maniera precisa da questi dati il valore effettivo degli stipendi dei tesserati e degli ammortamenti, ma si possono utilizzare delle voci come base di partenza. Sui ricavi, si va sul sicuro: 569,7 milioni di proventi non legati ai trasferimenti di calciomercato, la cui incidenza sarebbe comunque stata risibile (5 milioni per Mbe Soh al Nottingham Forest, 400 mila euro per Sissako allo Standard Liegi, poi tutti prestiti e svincolati). Ciò significa, per rientrare almeno nella soglia del 90% prevista a partire dalla stagione 2023/24, che le spese per la squadra e per gli agenti dovrebbero aggirarsi tra i 512 e i 517 milioni di euro. Dalle casse del PSG, invece, quella cifra è uscita praticamente solo per pagare gli stipendi di Neymar e compagni e le commissioni agli agenti. Senza dunque prendere in esame gli ammortamenti dei cartellini.

Quanto spende il Paris Saint-Germain per la propria squadra

Il quadro, relativo sempre alla stagione 2020/21, è il seguente. Il costo del personale (inclusi i dipendenti della società) è pari a 503,2 milioni di euro, a cui aggiungere altri 28,5 milioni di compensi riconosciuti ad agenti e intermediari per l'esercizio in questione. Già così, si arriva a 531,7 milioni di euro, ben al di sopra della soglia del 90% prevista per il primo anno in cui entrerà in vigore la nuova normativa Uefa. Ciò però non significa che il Paris Saint-Germain, con queste cifre, entrerebbe subito sotto la lente di possibili sanzioni. In primis perché bisognerà valutare il triennio, ma soprattutto perché è previsto un limite oltre il quale si può sforare la soglia indicata dai regolamenti. Il totale dei costi, però, si impennerebbe con gli ammortamenti. Per il 2020/21, il peso è di 142,1 milioni di euro. E lì, il conto complessivo, schizzerebbe oltre il 100% dei ricavi, senza nemmeno potersi appigliare alle soglie di tolleranza.

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Va ribadito che i conti in esame riguardano un periodo in cui il Covid-19 ha colpito pesantemente le finanze di tutti i club calcistici europei. L'esempio lampante lo si ha, per quanto riguarda il Paris Saint-Germain, sui dati relativi al botteghino. Meno di un milione, in quell'annata, quando la biglietteria del Parc des Princes garantiva – prima della pandemia – tra i 48 e i 50 milioni di euro. Inserendo questi potenziali ricavi, il fatturato complessivo del club parigino si porterebbe al di sopra dei 600 milioni di euro, ma con costi per la rosa che sforerebbero (e non di poco) questa soglia, basandoci sui dati del 2020/21. Gli altri ricavi, invece, sono in aumento: i problemi tra la Lfp e Mediapro per il pagamento delle rate dei diritti televisivi ha indubbiamente inciso su tutto il calcio francese, però il PSG ha superato i 201 milioni di proventi audiovisivi, che restano la seconda voce principale del bilancio alle spalle dei 290,2 milioni di sponsorizzazioni, da aggiungere a 76,8 milioni di altri ricavi.

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Perché al Paris Saint-Germain conviene il nuovo fair play finanziario

Per rientrare nei paletti Uefa, al Paris Saint-Germain servono principalmente tempo e pubblico allo stadio. Due cose di cui dispone, così come dispone delle finanze necessarie per poter mantenere un organico competitivo ai massimi livelli. Se Mbappé dovesse salutare Parigi in scadenza di contratto, dunque, non sarà certo perché il fondo del Qatar non intenda pompare altri petroldollari nelle casse del PSG, né tantomeno perché la Uefa stia cercando di frenare le spese qatariote sul mercato. Tutt'altro: con proventi televisivi in aumento e sponsorizzazioni in continua crescita, il Paris Saint-Germain rientra a pieno titolo tra le società che può approfittare delle nuove normative per spendere più delle altre, contando su un fatturato d'élite. Se avesse potuto disporre del pubblico sugli spalti, i ricavi del PSG si sarebbero aggirati sui 620 milioni, senza tener conto di plusvalenze che, a dirla tutta, al club presieduto da Nasser Al-Khelaifi nemmeno servono. A quel punto, sarebbero veramente in pochi a potersi permettere di spendere quanto i parigini. Gli strascichi della pandemia, d'altronde, non è che si siano visti granché nell'ultima estate. A meno che non pensiate che Messi, Ramos e Donnarumma siano atterrati gratis nella capitale francese.

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