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Thiago Silva si fa tutto il campo in ginocchio nello stadio del Fluminense: “Ora capisco”

Il difensore brasiliano, protagonista della salvezza all’ultima giornata, rende grazia a Dio per averlo sostenuto nell’ultima impresa della carriera: “La mia missione era tornare qui”.
A cura di Maurizio De Santis
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Chi ha visto Thiago Silva percorrere in ginocchio e a capo chino tutto il campo del Fluminense è rimasto sorpreso. Che ci fa ancora lì il difensore brasiliano nello stadio vuoto dopo la festa per una salvezza conquistata all'ultima giornata? Cosa c'è dietro quella sorta di voto fatto per grazia ricevuta? È un rituale sudamericano legato alla religione, un atto di fede e di devozione verso Dio per aver superato una delle prove più difficili della sua vita di calciatore.

"Ora capisco perché sono venuto qui e quale era la mia missione", ha ammesso l'ex centrale di Milan, Chelsea e Paris Saint-Germain. Il significato di quelle parole è profondamente spirituale, il suo gesto è un modo per prostrarsi dinanzi a Dio che ha aiutato l'uomo e il calciatore, oggi 40enne, in un momento particolarmente difficile. La vittoria del Fluminense (1-0) all'ultima giornata del Brasilerao contro il Palmeiras è stata manna dal cielo, provvidenziale abbastanza da regalare alla società di Rio de Janeiro una salvezza insperata nonostante quel vantaggio risicato.

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Thiago Silva s'è tolto un peso dalla coscienza, ha mantenuto la promessa fatta al popolo dei tifosi: avrebbe dato tutto pur di evitare il tracollo e ce l'ha fatta, aggrappandosi all'orgoglio e alla Fede. Perché, in fondo, ha sempre saputo che il suo ritorno nella capitale era scritto in quel disegno divino che a volte si fa fatica a comprendere e, prima o poi, si svela dinanzi a occhi mortali.

"Abbiamo attraversato mesi molto difficili – ha ammesso al quotidiano brasiliano Globo -. La paura fa parte della nostra vita ma credo che il nostro coraggio debba essere più grande della nostra paura. E penso che dobbiamo glorificare il nome di Dio, perché è stato un anno molto complicato ma ora capisco la missione che avevo per venire qui… È stata una mia scelta. Mi pento di nulla".

Quattro anni fa, quando era ancora a Parigi, Thiago Silva espresso il desiderio di tornare nel club in cui tutto era cominciato. La circolarità della sua storia di calciatore s'è compiuta con la conquista della permanenza nella Serie A brasiliana. Non era così scontata, per come s'erano messe le cose. Ma in questo evento il calciatore ha trovato il senso, quel filo rosso annodato alla promessa fatta nel 2020. "Non so quando, ma voglio tornare e indossare di nuovo la maglia".

Non è inusuale che un calciatore brasiliano renda grazia a Dio e lo faccia in maniera plateale cimentandosi nello stesso rituale che ha visto protagonista Thiago Silva. Raphinha s'è genuflesso dopo aver conquistato il titolo nella Liga con il Barcellona e lo ha fatto anche quando giocava con il Leeds che riuscì a evitare la retrocessione vincendo per 2-1 contro il Brentford.

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