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Guerra in Ucraina

Nelle sanzioni anti-Russia c’è Abramovich: “Rapporti di favore con Putin”. Congelato il Chelsea

I rapporti con Vladimir Putin, la stretta vicinanza al leader russo che ha scatenato l’offensiva in Ucraina, hanno spinto il governo inglese a infliggere sanzioni a Roman Abramovich.
A cura di Maurizio De Santis
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Il governo inglese ha stretto la morsa della sanzioni intorno Roman Abramovich, congelandone tutti i beni nel Regno Unito.
Il governo inglese ha stretto la morsa della sanzioni intorno Roman Abramovich, congelandone tutti i beni nel Regno Unito.
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Le temeva, sapeva che sarebbero arrivate e lo avrebbero colpito. Le sanzioni del governo inglese si sono abbattute come una mannaia su Roman Abramovich che ha visto congelati tutti suoi beni nel Regno Unito, compreso il Chelsea. Per evitarle non gli è bastato nemmeno dichiarare pubblicamente che il ricavato della cessione del club sarebbe andato in beneficenza, devoluto "a tutte le famiglie delle vittime della guerra in Ucraina". Gli è stata concessa una licenza speciale per continuare le attività legate all'ambito strettamente calcistico (come la gestione e l'amministrazione del club, aspetti che ha aveva già trasferito ad alcuni collaboratori e a una Fondazione vicina al club) ma un provvedimento del genere blocca anche le eventuali trattative per la vendita della società londinese.

Non è l'unico riflesso immediato né per lo stesso miliardario né per il club: al divieto di mettere piede sul territorio britannico e al blocco degli asset patrimoniali (che fa stretto riferimento ai veti imposti alla persona) si aggiunge anche l'impossibilità da parte dello stesso Chelsea di fare la cosa più comune per una squadra di calcio come vendere biglietti (allo stadio potranno accedere solo gli abbonati), incrementare operazioni di merchandising o fare calciomercato.

Il pugno di ferro delle Istituzioni inglesi si abbatte su Abramovich e quei personaggi considerati molto vicini al leader della Russia, Putin.
Il pugno di ferro delle Istituzioni inglesi si abbatte su Abramovich e quei personaggi considerati molto vicini al leader della Russia, Putin.

Il magnate russo paga la sua vicinanza a Vladimir Putin, il leader del suo Paese che ha scatenato la guerra in Ucraina. Potrebbe avergli fornito materie prime utili a fabbricare i carri-armati impiegati nell'invasione così come aver finanziato la campagna militare iniziata il 24 febbraio scorso. Nelle motivazioni indicate all'interno del documento ufficiale c'è un passaggio cruciale che definisce l'ex massimo dirigente di Blues "associato a una persona che è o è stata coinvolta nella destabilizzazione dell'Ucraina e nell'indebolimento e minaccia dell'integrità territoriale, sovranità e indipendenza dell'Ucraina, vale a dire Vladimir Putin, con cui Abramovich ha avuto stretti rapporti per decenni. Questa relazione d'interessi gli ha permesso di ottnere benefici finanziari o altre agevolazioni materiali da Putin e dal governo della Russia".

Oltre ad Abramovich, il Regno Unito ha inserito nella lista nera altre sei oligarchi tra cui Alexei Miller, Andrei Kostin e Nikolai Tokarev: tutti considerati personaggi della "cerchia ristretta" del capo del Cremlino. Tutti finiti nel novero degli obiettivi strategici da colpire per isolare, indebolire e stringere d'assedio a livello economico la Russia. "Hanno il sangue del popolo ucraino sulle loro mani. Dovrebbero chinare la testa per la vergogna", ha spiegato Liz Truss, ministro degli Esteri del governo Johnson. "Saremo spietati nel perseguire coloro che consentono l'uccisione di civili, la distruzione di ospedali e l'occupazione illegale di alleati sovrani", le parole durissime del premier.

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