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Né soldi, né rinvio fiscale: il calcio chiede aiuti, il Governo gli chiude la porta in faccia

Secondo un’indiscrezione di Milano Finanza la Lega di Serie A aveva chiesto al Governo sostegni per 600 milioni di euro per compensare i mancati proventi provocati dalle misure di contenimento della pandemia. L’appello è caduto nel vuoto, tra le voci dei ‘ristori’ per aiutare l’economia italiana fortemente provata dalla crisi scaturita dalla pandemia non c’è il calcio.
A cura di Maurizio De Santis
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Seicento milioni di euro. È la cifra che la Lega di Serie A aveva chiesto al Governo per compensare le perdite provocate dalle misure per contenere l'emergenza sanitaria esplosa a marzo scorso. I club del massimo campionato avevano bussato alla porta del premier, Conte, ricevendo però risposta negativa. No anche a un'altra richiesta che era stata presentata: ottenere un rinvio per il versamento dell'Irpef sui calciatori, così da alleggerire il bilancio e risparmiare risorse.

Stadi chiusi, campionati sospesi e proventi dai diritti tv che si sono assottigliati hanno alimentano le difficoltà di gestione dei club. E adesso si inseriscono nel mucchio delle categorie che auspicano supporto economico da parte dell'Esecutivo (ne dà notizia Milano Finanza, raccontando anche qual è stata la reazione). Le loro istanze sono rimaste inevase.

L'azienda calcio reclama maggiore attenzione e sostegno ma, almeno per adesso, non trova sponda nel Governo. Il segnale di ‘sos' è rimasto inascoltato. Tra le voci dei ‘ristori' per aiutare l'economia italiana fortemente provata dalla crisi provocata dalla pandemia non c'è il calcio. Del resto sarebbe davvero difficile spiegare lo Stato dovrebbe versare soldi pubblici nelle casse di società già indebitate e gravate a bilancio anzitutto dalla voce stipendi, lacune finora colmate in buona parte con l'escamotage delle plusvalenze e altri artifici contabili.

"Di questo passo sarà inevitabile trovarsi dinanzi a situazioni di dissesto – ha ammesso il numero uno della Lega, Dal Pino, in un'intervista al Corriere della Sera –. Senza ulteriori introiti attraverso ristori e i fondi nella media company corriamo il rischio che il sistema sia costretto a fermarsi". Ecco perché la trattativa della Lega con la cordata Cvc-Advent-Fsi diventa di vitale importanza: oggetto della transazione è un investimento di 1.6 miliardi di euro per rilevare a tempo indeterminato il 10% della media company a base del nuovo piano industriale.

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