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Napoli, perché i giocatori hanno sbagliato e i poteri che può esercitare il club

I calciatori sono in tutto e per tutto dei lavoratori dipendenti e l’atteggiamento dei calciatori del Napoli nel non rispettare la decisione del ritiro è – di fatto – insubordinazione. Al di là dei regolamenti interni che ogni club può gestire a piacimento, le sanzioni sono previste e si va dall’ammenda fino alla rescissione del contratto.
A cura di Alessio Pediglieri
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Si parla di ‘danno d'immagine‘ della società causato dall'ammutinamento della squadra nei confronti della scelta presa dal club, il ritiro. Ciò che è successo al Napoli è al momento un fatto unico nella storia della Serie A: un'intera rosa si rifiuta di andare in ritiro che alla fine viene prima sospeso e poi cancellato. Ma tutto ciò ha delle conseguenze precise e tangibili anche dal punto di vista legale e De Laurentiis ha tutto il diritto di far rispettare le regole e di sanzionare i propri giocatori.

Il primo punto da cui partire è che i calciatori tesserati ad un club sono in tutto e per tutto dei dipendenti subordinati e in quanto tali devono sottostare alle richieste di chi paga loro lo stipendio, in questo caso la società sportiva. Se il Napoli ha deciso per un ritiro – richiesta legittima – nessuno chiede di essere felici o accondiscendenti ma si pretende che venga svolto nei modi, nei tempi e nei luoghi scelti dal club.

Insubordinazione verso il datore di lavoro

L'ammutinamento dei giocatori, il loro ‘sciopero' nel non restare al centro sportivo di Castelvolturno è in tutto e per tutto un atto di insubordinazione e come tale potrà essere punito dal club di De Laurentiis che al momento non si è pronunciato sulle conseguenze ma ha dichiaratamente imposto all'allenatore Carlo Ancelotti di far rientrare la cosa. Di certo ci saranno delle conseguenze per i giocatori in base agli accordi interni che spesso i club fanno firmare ai propri tesserati nel momento del contratto.

Tutte le strade percorribili: tagliare lo stipendio

Di norma, si passa dalla pena pecuniaria al licenziamento. In questo caso non potrà non esserci una sanzione economica che può arrivare fino al 5% di un dodicesimo dello stipendio annuale dei singoli giocatori. Non sono cifre di poco conto, ma soprattutto sarebbe una richiesta legittima da parte della società. Poi, si potrebbe arrivare alla rescissione del contratto per giusta causa ma in questo caso siamo nell'ipotesi dell'irrealtà essendo stato un atteggiamento collettivo.

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