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Napoli, le cinque sconfitte più pesanti in casa contro le piccole

Il Napoli ha subito la seconda sconfitta interna della stagione contro il Cagliari, che aveva vinto al San Paolo anche nel 1990. Domenica alle 12.30 affronterà il Brescia di Corini, che qui vinse con il Chievo nel 2014. Il Napoli non può nascondersi più dietro gli alibi, come nel 1998 dopo il 2-4 con il Ravenna o in serie C dopo l’1-2 contro il Chieti.
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Un tiro in porta è bastato al Cagliari per vincere al San Paolo. Non è certo la prima sconfitta inattesa per il Napoli in casa contro una "piccola". Un limite che ha condizionato la squadra periodicamente, anche nelle stagioni migliori. Ma quest'anno, con Koulibaly e Manolas in difesa, con Lozano e Llorente a rinforzare l'attacco, con Fabian Ruiz sempre più leader del centrocampo, al secondo anno della gestione Ancelotti, il Napoli non può più nascondersi. E la prova dovrà arrivare già contro il Brescia di Corini.

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Napoli-Cagliari 1990: quando Ferlaino scoprì Fonseca

Con una sconfitta contro il Cagliari alla prima in casa era iniziata la stagione 1990-91, che sarebbe diventata l'ultima di Diego Maradona. Non c'era, il Pibe de Oro in quel pomeriggio di metà settembre dopo l'estate delle notti magiche a Italia '90. La partita si mette male da subito: Pasquale Rocco porta in vantaggio i sardi con il suo primo e unico gol in Serie A. Pareggia Careca su rigore, ma l'autorete di Corradini complica lo scenario per il tecnico Bigon che tiene in panchina per tutti i 90 minuti Gianfranco Zola. Ferlaino, però, si innamora di un centravanti uruguagio che gioca in maglia rossoblù, un certo Daniel Fonseca che qualche anno dopo avrebbe segnato cinque gol in una sola partita in Coppa Uefa contro il Valencia.

2015, il Chievo di Corini rivelazione al San Paolo

I ricorsi, i richiami, le associazioni tra situazioni affini non si fermano qui. Corini al San Paolo richiama un altro pomeriggio di settembre. Era il 2014, e quarantamila tifosi fischiavano, contestavano il nuovo presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis. Allenava il Chievo, capace di mettere in scacco il prevedibile Napoli di Rafa Benitez. C'erano già Koulibaly e Albiol in difesa, Jorginho e Hamsik in mezzo, Callejon, Insigne e Higuain nel tridente d'attacco. Ma si fermano contro il piccolo Chievo che si difende con Cesar e il fratello di Frey, con il portiere Bardi che para un rigore. E attacca con "re Mida" Maxi Lopez.

E' un Napoli che aggredisce gli spazi ma non finalizza con lucidità mentre i veneti aspettano, lasciano fluire le azioni ripetitive degli azzurri: lo schema è identico, il risultato anche. Fa caldo, il Napoli chiude con 33 tiri, quindici calci d'angolo e il 78% di possesso palla: ma non basta.

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Napoli-Ravenna, Mazzarri e la "diarrea"

In Serie B, nella stagione 1998-99, il Napoli vive una stagione anonima: chiuderà al nono posto, mancando i playoff. Renzo Ulivieri è squalificato il 13 dicembre. Al San Paolo contro il Ravenna in panchina c'è il suo giovane secondo, Walter Mazzarri che a fine partita, dopo la sconfitta per 4-2, estrae la prima delle sue giustificazioni creative. "Avevamo mezza squadra influenzata, addirittura un giocatore è sceso in campo con la diarrea" dice. "Io non mi lamento, io protesto" ha affermato qualche giorno fa alla Gazzetta dello Sport prima di Torino-Milan.

Napoli sperava in una rivincita di Natale, ma si consegna ai sogni di gloria del piccolo Ravenna. I tifosi inferociti aspettano i giocatori all'uscita dello stadio, il pullman deve cambiare direzione. "Non è una partita che ci fa onore, certo. Non siamo esistiti, in un pomeriggio solo abbiamo buttato via sei mesi di lavoro" riferisce il direttore generale Juliano. "Erano 10 anni che non stavo tanto male" spiega il capitano Turrini, espulso nel corso della partita.

L'1-2 contro il Chieti in Serie C

Anche da super-favorito in Serie C, il Napoli si concede qualche parentesi in casa, qualche pausa inattesa. L'1-2 contro il Chieti di Donati fa risaltare le mancanze della squadra di Ventura e l'organizzazione degli abruzzesi. Era il Napoli del "Pampa" Sosa, che segna il gol della speranza, degli inconsistenti Berrettoni, Corneliusson, Gatti, che in difesa paga la distrazione di Terzi e la supponenza di Scarlato che porta troppo palla. La promozione arriverà solo un anno dopo.

La rimonta del Bologna nel 2012

Nel 2012, il Napoli si ritrova a -8 dalla Juventus già campione d'inverno dopo il 2-3 contro il Bologna. La squadra di Mazzarri si illude di ribaltare la partita con Gamberini e Cavani ma negli ultimi dieci minuti Kone (gran gol in acrobazia) e il difensore Portanova riscrivono il finale. Da allora, il Napoli ha continuato a inseguire, ad accettare un posto dal secondo in già, a lottare per un piazzamento in Champions. Dopo il record di punti con Sarri, il percorso azzurro sembra essersi ripiegato, come se gli incentivi alla vittoria in campionato fossero diventati più bassi. Come la volpe con l'uva, il Napoli pare preferire la coppa. E così finirà per vincere ancora meno.

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