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Il Napoli vince la Coppa Italia 2020

Napoli-Juventus, la finale di Coppa Italia dai 3 tenori a Sarri allenatore dei due mondi

Mercoledì sera, ore 21, Napoli e Juventus si affrontano a Roma per la conquista della Coppa Italia. Non è una partita come le altre: nel 2012 pianse Del Piero all’ultima in bianconero e cantarono i 3 tenori Hamsik, Lavezzi, Cavani. È l’unico precedente in finale ma la storia dei match ha riservato sempre grandi emozioni.
A cura di Maurizio De Santis
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NapoliJuventus non sarà mai una partita normale. Figurarsi quando in ballo c'è un trofeo, in questo caso la finale di Coppa Italia. Non lo fu nel 2012, nell'anno del primo titolo conquistato nell'era di Aurelio De Laurentiis, oltre vent'anni dopo il secondo scudetto di Maradona. Allora c'erano Walter Mazzarri in panchina e tre tenori in mezzo al campo. Hamsik, Lavezzi e Cavani. Marekiaro, Pocho e Matador. Olè. Finì incornato anche Alessandro Del Piero che rispetto ai colpi di spatola di quella sera a tinte forti, mescolate sulla tavolozza dell'Olimpico con molta intensità, lasciò che sulla tela prevalessero i toni sfumati d'azzurro e di celeste carico di gioia nel catino dell'Olimpico.

"Pinturicchio" chiuse con una sconfitta la carriera ma depose con onore la "dieci" e la fascia di capitano che gli aveva consegnato Antonio Conte (ironia della sorte, battuto anche alla guida dell'Inter proprio dai partenopei). Che faccia aveva il tecnico della ‘vecchia signora', del resto per lui perdere è sempre stato come "morire" e quella sera sentì il terreno che si sgretolava sotto i piedi. La sua Juve, imbattuta in campionato, venne presa a ceffoni sul muso dalla squadra che anche negli anni successivi avrebbe scandito il duello in Italia.

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L'accento sarebbe stato sempre lo stesso, toscano puro. Da Mazzarri a Sarri con l'interludio spagnolo di Rafa Benitez (che avrebbe piazzato il caposaldo per il futuro) e Allegri dall'altra parte della barricata. La prima ‘osa bella (tanto per restare in tema dialettale) arrivò in quella notte magica che qualche anno più tardi sarebbe stata spazzata via dal tremendo ricordo della morte di Ciro Esposito. Ma questa è un'altra storia, terribilmente reale. Senza vincitori e con un solo sconfitto, il calcio italiano. È qui che la sequenza videoclip s'interrompe bruscamente e fa buio in sala almeno fino a quando la ‘grande bellezza' del gioco partenopeo non divenne lo spartito più bello da recitare.

Estetica e pragmatismo. Guelfi e ghibellini. La vinci con la squadra, la squadra vince perché hai calciatori migliori. Maurizio contro Max. Higuain fa 71 e Mertens diventa bomber Ciro. Napoli e Juve contro tutti. Fu così, sempre in Coppa Italia, anche nel 2017 quando in semifinale prevalsero i bianconeri: 3-1 e 3-2, a Roma ci andò il Pipita bianconero (un gol all'andata e 2 al ritorno), quello del record di reti in azzurro (quasi) nessuno lo ricorda più. "Es tu colpa, es tu colpa" urlerà in faccia a De Laurentiis in campionato, subissato dai fischi: da traditore a vendicatore di se stesso, la nemesi ha fatto di lui il peggior castigo di Dio per la ex squadra.

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Nettare o veleno, negli incontri di Coppa tra Napoli e Juve c'è stato di tutto. Prima o poi è toccato a entrambe mandare giù l'amaro calice. Anni Novanta, la ‘manita' de dios è rimasta nella storia della Supercoppa italiana: cinque sberle alla Juventus di Maifredi furono l'avvisaglia del disastro che sarebbe avvenuto a Torino. Più che calcio champagne fu artificio a mo' di gazzosa. Bollicine poco pregiate. Nel 2012 a Pechino capitò anche il fattaccio: partenopei ridotti in 9 e battuti nei supplementari, disertano la premiazione. Due anni più tardi, caravan petrol accompagnerà il miracolo di Rafael ai rigori e la vittoria conquistata a Doha.

Finita? Niente affatto. C'è ancora un po' di nastro in pellicola prima dei titoli di coda. La dissolvenza ci porta in Europa: Coppa Uefa 1989, quarti di finale. A Torino la Juventus piazza l'uno-due e sembra mettere il cappello sulla qualificazione. Nel San Paolo che ribolle di tifo i bianconeri vengono travolti 3-0: ci pensa Renica, con un gol nel secondo tempo supplementare a spingere gli azzurri verso la qualificazione. Verso la conquista della Coppa. Roba da sciogliere il sangue nelle vene. Un Gennaro in panchina c'è, sarà un ‘ringhio' o un miracolo si vedrà. Sarri permettendo.

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