Napoli, cosa rischiano i giocatori dopo l’ammutinamento
Atmosfera incandescente oggi allo stadio San Paolo per i giocatori del Napoli. Gli azzurri in occasione dell'allenamento a porte aperte organizzato dalla società sono stati contestati dai tifosi presenti che non hanno gradito l'ammutinamento e la scelta di rifiutare il ritiro imposto dal presidente De Laurentiis. I componenti del tifo organizzato hanno chiesto "rispetto" ai calciatori definiti anche "mercenari senza p….". Clima tutt'altro che sereno dunque intorno alla squadra partenopea che aspetta di conoscere le conseguenze del proprio gesto: cosa rischiano i calciatori del Napoli a livello legale? Ecco quello che potrebbe succedere nelle prossime ore.
Sull'argomento è intervenuto ai microfoni di Sky Sport, l'avvocato Pierfilippo Capello che ha spiegato la situazione dei giocatori del Napoli e perché dopo l'ammutinamento rappresentato dal rifiuto del ritiro potrebbero andare incontro a particolari sanzioni. I calciatori infatti, secondo l'esperto in diritto dello sport studio legale Osborne Clarke, sono da considerare a tutti gli effetti dei lavoratori dipendenti vincolati dall'accordo collettivo tra Aic (che rappresenta gli interessi dei calciatori) e Lega Serie A (che rappresenta gli interessi dei club). Una situazione che impone ai tesserati, non solo diritti ma anche doveri. Tra questi anche quello di attenersi alle indicazioni agonistiche della società tra cui rientra anche un eventuale ritiro.
Cosa rischiano i giocatori del Napoli dopo l'ammutinamento
I calciatori possono certo scioperare di fronte alla scelta della dirigenza di un ritiro, ma non sottrarsi allo stesso senza giustificazioni e motivazioni. Ecco dunque che nel caso Napoli, il presidente De Laurentiis, che ha già annunciato in un comunicato di essere pronto a "tutelare i propri diritti economici, patrimoniali, di immagine e disciplinari in ogni competente sede" ha due strade a disposizione. La prima, quella che al momento, sembra maggiormente percorribile, prevede l'applicazione di una multa equivalente al 5% dello stipendio mensile del giocatore (che può presentare ricorso). La seconda invece prevede che il club si attivi davanti al collegio arbitrale, chiedendo una multa che può arrivare fino al 25% dello stipendio lordo mensile (pari al 50% dello stipendio netto). Un'azione legale che, a detta dell'avvocato Capello, è più difficilmente percorribile per tutti i giocatori della rosa.
Possibile rivoluzione per il Napoli sul mercato
A prescindere dalle vie legali, è inevitabile pensare anche ad altre conseguenze dopo quanto accaduto. Possibili scelte di mercato drastiche per la società già a gennaio con i principali indiziati ad una cessione che potrebbero essere Callejon e Mertens che a giugno sarebbero liberi di andarsene a zero essendo in scadenza di contratto. In estate poi possibile un vero e proprio restyling, che potrebbe coinvolgere anche Ancelotti che per ora sembra aver raggiunto l'accordo per una tregua a tempo con il presidente De Laurentiis.