Napoli, che errori. Lukaku e Lautaro affondano i colpi: 30 gol stagionali in due
L'Inter torna a vincere al San Paolo dopo 23 anni. Quel giorno di ottobre del 1997 c'era in campo Ronaldo. Stavolta, nel 3-1 nerazzurro, ci sono le firme di Lukaku, alla quarta doppietta italiana, e di Lautaro. In tutte le competizioni, hanno già raggiunto i 30 gol, uno in meno dei sei attaccanti del Napoli messi insieme. La squadra di Gattuso paga errori individuali sui tre gol: la scivolata di Di Lorenzo e la papera di Meret sulle due reti del belga, l'intervento goffo di Manolas che favorisce il tris dell'argentino. Ma nella centesima vittoria di Conte in 145 panchine di Serie A, c'è la superiorità atletica e strategica di una squadra che difende più compatta e attacca con più uomini. E nel contesto di una partita veloce, dai continui ribaltamenti, decisa dai duelli individuali, fa decisamente la differenza.
Gattuso azzarda Di Lorenzo centrale
Di Lorenzo gioca da centrale di sinistra, una posizione non certo naturale. Le difficoltà di adattamento si vedono tutte sulla prima fuga di Lukaku, che salta anche Meret poi conclude piano, con Mario Rui che salva sulla linea prima che il guardalinee fermi tutto per fuorigioco.
La partita si gioca sui duelli individuali. Di Lorenzo e Manolas devono comunicare contro una coppia d'attacco tra le migliori d'Italia, punto di riferimento di una squadra che gioca in verticale negli spazi. Anche nell'Inter, però, la difesa va sotto pressione. Bastoni all'8′ non prende abbastanza in fretta una decisione sulla posizione da tenere mentre Insigne riceve il cambio di gioco di Zielinski. Di conseguenza, De Vrij non può essere puntuale nel raddoppio. Insigne colpisce male e grazia i nerazzurri.
Insigne occupa una posizione più centrale, gioca quasi da trequartista e sfrutta un mis-match in termini di velocità nel breve con i tre centrocampisti centrali di Conte, che ha scelto Vecino e Gagliardini accanto a Brozovic. L'intesa sulla verticale con Fabian Ruiz c'è, interessanti i movimenti in attacco di Milik e Callejon che danno profondità nelle transizioni.
L'Inter vince i duelli individuali e di squadra
In questo tipo di partita, gli errori individuali diventano letali. Chiedere a Di Lorenzo che scivola e favorisce il coast to coast di Lukaku per il gol del vantaggio, favorito anche dal movimento di Lautaro. L'argentino ha intuito per leggere lo sviluppo dell'azione e si muove in direzione contraria, portando via Manolas. Il belga può puntare in campo aperto, uno contro uno, Hysaj. Ha un'autostrada per il vantaggio.
L'Inter si chiude con tanti uomini e una maggiore compattezza rispetto al Napoli. Gli azzurri, che faticano a difendere in mezzo, può contare sui movimenti di Zielinski nelle transizioni positive ma non ha la stessa fluidità nel risalire il campo palla al piede in velocità. Così, anche sui contropiede della squadra di Gattuso, la squadra di Conte mantiene la parità se non la superiorità numerica grazie agli esterni di centrocampo che arretrano. Il Napoli deve rallentare, perdere tempi di gioco, cambiare piani.
Due errori condannano il Napoli
I nerazzurri stanno meglio e si vede. Meret tiene il Napoli in partita con un paio di grandi interventi su Vecino e Lautaro. Spicca la volontà di Gagliardini di inseguire e tener vivo ogni pallone anche negli ultimi venti metri, oltre alla maggiore facilità con cui la squadra di Conte tiene le linee strette nelle due fasi. Gli azzurri, invece, quando gli avversari saltano la prima linea di pressing, si perdono: i difensori arretrano, il centrocampo non supporta la copertura, e gli spazi si aprono proprio dove i nerazzurri creano più vantaggio competitivo.
Dopo mezz'ora, la partita appare praticamente finita. La determinazione dell'Inter si vede nel tiro di Lukaku, chiuso in maniera troppo morbida da due difensori. Va dritto per dritto, semplice. Sceglie la strada più rapida e diretta per andare in porta. L'insicurezza del Napoli sta tutta nell'intervento di Meret che la respinge ma se la lascia passare in mezzo alle gambe.
Accorcia Milik, l'azione è vintage
Il Napoli d'orgoglio reagisce. Insigne si prende le sue responsabilità, la sua presenza negli ultimi venti metri si sente. Funziona l'intesa con Milik, e più in generale l'asse con Zielinski e Mario Rui sulla fascia sinistra, dove il Napoli continua a costruire la maggior parte delle azioni d'attacco.
Milik chiude il triangolo per il tiro a giro di Lorenzo, tornato a tratti Magnifico, frenato da Handanovic, poi firma il gol che rimette il Napoli, e il pubblico del San Paolo, dentro la partita. L'azione racchiude la storia tattica delle ultime versioni della squadra. Cambio di gioco di Zielinski verso Callejon che ha tagliato dentro alle spalle del terzino e di prima appoggia in mezzo per la spaccata del polacco, al primo gol contro l'Inter in Italia.
Il tris dell'Inter, Lautaro e Lukaku fanno 30 gol in due
Il secondo tempo inizia su basi diverse. L'Inter perde ritmo in mezzo, fa più fatica a difendere di squadra e quando Brozovic perde un pallone lanciando di fatto la corsa di Insigne, tutto lo stadio assapora invano la rimonta. Insigne viaggia a gran velocità sulla trequarti, e solo la lettura da applausi di De Vrij gli impedisce poco dopo di mandare in porta Milik. Conte, con la squadra che si abbassa e guarda indietro, ricorre a Barella anche per agevolare i ribaltamenti dell'azione.
Il primo vero contropiede del secondo tempo è una mazzata per il Napoli. Vecino si defila a destra e mette in mezzo un cross morbido ma non certo innocuo. Manolas scivola per anticipare Lautaro ma azzarda l'intervento di esterno destro. Ne risulta una scivolata goffa che non serve a chiudere l'argentino che ringrazia e fa 3-1.
Conte aggiunge anche Sensi e ricostruisce il centrocampo tipo, con Brozovic regista, Barella a destra e l'ex Sassuolo a sinistra. Insigne, notevole nella conduzione del pallone, illude con una sfortunata parabola su punizione che scheggia la traversa.
Il Napoli si sbilancia: escono Hysaj per Lozano, con Callejon di fatto terzino, e Fabian Luiz per Llorente. Gli azzurri però non hanno abbastanza energie per rompere la difesa nerazzurra, che amministra abbassandosi, ragionevolmente, a protezione della porta. Il San Paolo fischia. Il Napoli non esce dalla crisi.