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Nainggolan smentisce Sabatini: “L’ho chiamato, 8 shottini sono pochi. Ne bevo anche 20 e poi gioco”

Radja Nainggolan racconta il suo modo di intendere la vita e il calcio: “La natura mi ha fatto un dono, ho un fisico che non ha mai risentito delle cavolate che ho fatto. Non rinuncio a vivere”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Radja Nainggolan è così, Walter Sabatini dice che lo "vorrebbe a casa per picchiarlo", visto quanto il centrocampista belga ha dissipato il suo talento con uno stile di vita non propriamente da professionista, ma c'è da riconoscergli la dote rara della sincerità e del non fingere di essere diverso da quel che è, in un mondo dove spesso l'ipocrisia la fa da padrona.

E dunque, a distanza di qualche giorno dalle parole dette bonariamente dal suo ex Ds della Roma, il ‘Ninja' gli ha risposto spostando in avanti la sua ‘soglia alcolica': "Sabatini ha detto che sono un delinquente, capace di bere otto shottini tutti insieme? L'ho chiamato e gli ho detto che otto sono pochi – spiega al Corriere della Sera – Ne bevo anche venti. E che poi vado in campo lo stesso. Mi vuole bene, mi ha sempre consigliato di avere una vita più tranquilla. Pensa che avrei avuto una carriera migliore. Ma non sono d'accordo, in campo ho dato il massimo".

Radja Nainggolan con la maglia della Spal, che veste dallo scorso gennaio
Radja Nainggolan con la maglia della Spal, che veste dallo scorso gennaio

"La natura mi ha fatto un dono – continua il 34enne di Anversa – ho un fisico che non ha mai risentito delle cavolate che ho fatto. Certo a 20 anni esci tutte le sere, adesso magari di serate ne faccio due-tre, se mi va. Ma non rinuncio a vivere. Posso anche bere un po' la sera, l'importante è poi andare in campo a tremila. Si racconta che creavo problemi negli spogliatoi, ma da Piacenza, al Cagliari, alla Roma e all'Inter ho avuto buoni rapporti con tutti. Ci sono compagni che sento ancora oggi. Sono un calciatore e prima ancora un uomo che ha scelto di essere felice. Ho nella testa e nell'anima le sofferenze che ho vissuto da ragazzo. Eravamo poveri, mia madre faceva le pulizie e mille lavori extra per sostenerci. Mio padre ci ha lasciati che ero giovanissimo. Mi sono sacrificato per diventare un calciatore, guadagnare e far vivere bene i miei cari che come me e con me hanno sofferto".

Nainggolan ricorda con orgoglio il suo ‘mai alla Juventus': "Saranno pure stati i più forti, ma ho esperienze in campo contro di loro dove vincevano, e non solo per bravura. Erano agevolati. Con la Roma, nel 2014, perdemmo 3-2, con due rigori fuori area. Conte? Con me all'Inter fu chiaro, mi disse che non facevo parte del progetto. Apprezzai la sua sincerità anche se non mi fece piacere. Spalletti? A Roma benissimo, all'Inter ho giocato poco ma comunque ho fatto 6 gol in 29 partite. Mi ha sempre detto le cose in faccia. L'ho sentito ultimamente, ci siamo presi in giro".

Il belga a gennaio si è accasato alla SPAL in Serie B, ma le cose non sono andate come sperato, visto che la formazione estense naviga in zona retrocessione ed è stato esonerato anche quel De Rossi che lo aveva voluto a Ferrara: "Ci sono venuto per Daniele e dopo due giornate l'hanno mandato via. Se non ci fosse stato lui neanche ci avrei pensato. Ha avuto forti divergenze con la società, lo ha detto del resto. Ho riflettuto e alla fine sono rimasto, nonostante tutto. Devo aiutarli a salvarsi. Dopo il calcio? Ancora il calcio. Se mi sento felice? Continuerò pure a sbagliare per essere felice".

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