video suggerito
video suggerito

Muriqi ora è un idolo in Spagna, ma la guerra lo ha segnato: “In quei momenti preferiresti morire”

L’ex laziale Vedat Muriqi è rinato al Maiorca: i tifosi adorano la sua voglia indomita in campo. Il carattere dell’attaccante kosovaro è stato forgiato da quello che ha vissuto da bambino, la guerra nei Balcani: “Quasi 50 persone hanno vissuto in una sola stanza”.
A cura di Paolo Fiorenza
57 CONDIVISIONI
Immagine

Dimenticatevi l'attaccante bollato come bidone alla Lazio – nell'anno e mezzo trascorso in biancoceleste tra l'estate del 2020 e il gennaio 2022 – e poi scaricato in quel mercato invernale al Maiorca in Spagna: Vedat Muriqi è rinato nella Liga, diventando un idolo dei tifosi della squadra delle Baleari. Il Maiorca è a metà classifica e il ‘Pirata' kosovaro sta segnando tanto: in questa stagione è a quota 13 gol in 28 presenze complessive, ma soprattutto è un trascinatore.

La sua voglia indomita, il carattere che non lo fa mollare mai, sono state forgiati da un'infanzia difficile, in cui salvare la propria vita e resistere agli orrori quotidiani veniva prima di inseguire un pallone. Nato nell'ex Jugoslavia nel 1994, Muriqi ha vissuto la guerra dei Balcani da bambino. Dimenticare per lui è impossibile.

"Parlo sempre della stessa cosa quando mi chiedono della mia infanzia. Nessun essere umano dovrebbe vivere cos'è la guerra, è il peggio che possa capitare. Arriva un momento in cui preferiresti morire piuttosto che continuare tra tante disgrazie. L'unica cosa positiva è che poi dai molto più valore a tutto ciò che ti accade", racconta a ‘El Larguero'.

Vedat Muriqi è l'idolo dei tifosi del Maiorca
Vedat Muriqi è l'idolo dei tifosi del Maiorca

Muriqi racconta senza filtri quello un bambino non dovrebbe mai vedere, ma più volte interrompe il suo discorso per far capire che nessuno deve compatirlo: "Ho imparato a sopravvivere, anche se non mi piace essere compatito quando parlo di guerra, grazie a Dio. E' il passato, avevo sei anni quando è scoppiata la guerra dei Balcani e tutta la mia famiglia era in Albania. Quasi 50 persone che hanno vissuto in una stanza per due mesi, per fortuna è finito tutto in fretta, perché in Ucraina non possono dire lo stesso… Siamo stati fortunati a non perdere nessuno".

Cose che diamo per scontate come il cibo erano la preoccupazione principale durante il conflitto: "In guerra, la cosa più importante è il cibo. Nella mia famiglia c'erano tanti bambini nella stessa stanza. Ed è quello a cui abbiamo dato la priorità. Hanno dato pochissimo cibo per ogni famiglia ed eravamo 50 persone. Mio zio e mio padre hanno cercato di procurarci qualcos'altro, ma non è stato così. I nostri vicini hanno dovuto aiutarci. È qualcosa che ho non auguro a nessun essere umano".

Immaginate un bambino vedere gente armata che entra nella propria casa e pensare che potrebbe essere la fine, sono cose che poi tornano a tormentare i sogni per sempre: "In guerra siamo stati fortunati a non perdere nessun familiare. Siamo stati fortunati perché i soldati sono entrati, hanno rubato cose e ucciso persone. Ricordo benissimo che quando i soldati entravano in casa nostra ci dicevano ‘se vuoi resta qui, resta pure, ma piazzeremo una bomba'. Abbiamo subito preso le nostre cose e ce ne siamo andati".

Fortunatamente adesso Muriqi ha ben altro presente, fatto di successo sportivo, ma non si accontenta e rilancia: "La mia ambizione è giocare nel Maiorca e riuscire a vincere qualcosa con questo club. Avevo molti dubbi quando sono arrivato, perché con la mia ultima squadra (la Lazio, ndr) non è andata molto bene, ma qua mi sono sentito a casa fin dal primo giorno, ho un altro anno e mezzo di contratto e ho detto al mio agente che non voglio che ascolti offerte perché voglio restare. Sono molto felice qui. Voglio finire qui la mia carriera e poter vincere qualcosa. Quando vinci con una squadra che è come casa tua, è molto meglio".

57 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views