Muriel travolge il Napoli: poker dell’Atalanta nella sfida Champions
Tra Atalanta e Napoli succede tutto nel secondo tempo, quando al Gewiss Stadium sale in cattedra Luis Muriel. Il colombiano si carica sulle spalle l'Atalanta e mette la sua firma sul 4-2 con cui i nerazzurri piegano un Napoli desolante, ancora lontanissimo dalle aspettative che lo circondano in termini di gioco, intensità e personalità. Il successo della Dea è meritato e rappresenta un momento importante nella corsa per un posto Champions.
Il copione della partita è quello, prevedibile, che vede un Napoli incerottato e poco brillante lasciare l'iniziativa all'Atalanta nel tentativo di ripartire in velocità. La prima parte del piano riesce abbastanza facilmente, perché la Dea prende da subito volentieri il comando del gioco, la seconda no: nel primo tempo l'unico acuto degli azzurri arriverà su azione da calcio d'angolo con Osimhen, ancora lontano dagli standard di rendimento attesi da lui. L'Atalanta gioca, costringe il Napoli a stare raccolto nella propria trequarti, ma produce meno di quanto è abituata a fare. Il rimpianto maggiore è il rigore chiesto per fallo di Mario Rui su Pessina (che ci poteva stare) costato l'espulsione a Gasperini, furioso nelle proteste all'indirizzo di Di Bello.
Nella ripresa il tema delle gara resta lo stesso ma cambia drasticamente l'efficacia degli attacchi dell'Atalanta. Trascinata da un sontuoso Muriel, la Dea inizia a sfornare gol. Sblocca il punteggio al 52′ Zapata, con un bel colpo di testa su assist del compagno. La reazione del Napoli è improvvisa e chirurgica: Politano inventa una bella traiettoria per Zielinski, che al volo infila Gollini. Sul versante opposto la Dea trova subito il raddoppio al termine di una bell'azione sull'asse Muriel-Zapata-Gosens. Stavolta il colpo fa più male e il Napoli incassa subito il tris: un capolavoro di Muriel, che recupera palla, ubriaca di finte la difesa degli azzurri e trafigge Meret con un potente sinistro. Il Napoli accorcia subito trovando il fortuito 3-2 in seguito all'autorete di Gosens, ma i valori in campo sono troppo distanti per portare ad un pareggio e l'Atalanta ristabilisce subito le distanze con il poker di Romero. È la parola fine ad un incontro mai realmente in discussione, che termina con lo spavento per Osimhen, via in ambulanza dopo aver battuto la testa.