Mourinho s’infuria con l’Inter: “Eriksen? Non è colpa del Tottenham”
José Mourinho l'ha presa male. Malissimo. E quando in conferenza stampa gli fanno una domanda sulla cessione di Christian Eriksen attacca a testa bassa. Dice che "non è colpa del Tottenham" se è successa una cosa del genere a pochi giorni dalla chiusura ufficiale della sessione invernale di mercato e quasi sembra gettare tutta la responsabilità sull'Inter. Mastica amaro e rosica (come si dice in gergo) perché vedersi soffiare sotto il naso un calciatore così importante, senza alcun rilancio da parte del club sul rinnovo, è dura da digerire. È dura perché perdere una pedina del calibro del danese – senza avere a disposizione un sostituto all'altezza – farebbe perdere le staffe a qualunque allenatore, figurarsi per chi ritiene di essere "speciale".
Lunedì Eriksen svolgerà le visite mediche e poi firmerà il contratto che lo legherà all'Inter fino al 2024 (con stipendio da 10 milioni netti a stagione). Contro il Southampton (match di FA Cup) non figurava nemmeno nella lista dei convocati. L'ultima volta che il tecnico lo ha mandato in campo è stato contro il Norwich, una mezz'ora che aveva il valore di un addio.
Non voglio dire nulla – ha ammesso l'allenatore portoghese dopo la partita contro i Saints -. Voglio solo dire che situazioni di questo tipo non dovrebbero mai accadere il 25 di gennaio. E questo non è colpa del Tottenham.
Di chi è la responsabilità se non del Tottenham? Lo è forse del calciatore? Mourinho ce l'aveva con l'Inter che gli avrebbe fatto uno sgarbo nel portargli via il calciatore? Non lo dice chiaramente ma nulla può ormai dinanzi alla cessione conclusa per una somma "modesta" (20 milioni) e motivata dal contratto in scadenza a giugno.
Eriksen arriva, Politano parte (l'esterno effettuerà nella stessa giornata dell'ex Spurs le visite mediche per il Napoli), Vecino rischia di andar via da Milano sul fil di sirena. La mancata convocazione del centrocampista per la sfida contro il Cagliari sembra un segnale molto chiaro al riguardo: sulle sue tracce c'è l'Everton di Carlo Ancelotti che, oltre al suo nome, aveva fatto anche quello di Allan e di Lozano (trattativa che può decollare a giugno). C'è una distanza di cinque milioni tra l'offerta del club inglese (15 milioni) la richiesta (20) dell'Inter. In una settimana tutto può ancora accadere.