Mourinho si presenta alla Roma e punge l’Inter: “Facile vincere e non pagare gli stipendi”
Il grande giorno è arrivato. La Roma ha presentato José Mourinho. Il tecnico portoghese ha risposto a moltissime domande in conferenza stampa, ha parlato di mercato, glissando, ha ringraziato la famiglia Friedkin e i tifosi che lo hanno accolto in modo meraviglioso. Lo Special One ha spiegato perché ha detto sì alla Roma e lo ha fatto citando Marco Aurelio:
Perché sono qui? Sono vicino alla statua di Marco Aurelio, nulla viene dal nulla e nulla ritorna al nulla. Questo ha un significato molto simile a quello che ho sentito quando ho parlato con il club. Quello che Dan e Ryan vogliono per questo club, il modo in cui hanno parlato con me. Un progetto molto chiaro. L'eredità che vogliono per questo club. Non dimenticare mai il passato fantastico di questo club.
Non ha voluto toccare l'argomento mercato, ha smentito di aver contattato calciatori: "Non ho parlato con nessuno. Parlo con Tiago Pinto, la proprietà e le persone del club" e ha voluto esaltare lo spirito giallorosso Mourinho: "Voglio la Roma dei romanisti, io sono uno in più, niente di più".
Dzeko e Spinazzola
Dopo di che il portoghese ha evitato di rispondere a una domanda riguardante Dzeko e il fascia di capitano: "Non risponderò alla domanda, non parlerò delle dinamiche interne del club. Non posso condividere quello che faccio all'interno. Il ruolo di capitano sarà una situazione che i giocatori sapranno prima di voi".
Mou ha invece parlato di Spinazzola e citando lo sfortunato calciatore ha fatto capire che la Roma ha bisogno di un esterno di difesa:
Spinazzola? È triste non averlo ma lui è incredibile. È arrivato nel centro sportivo e sembrava non fosse successo niente, è molto positivo. Sarà dura per lui ma anche per noi. La soluzione per Spinazzola? Abbiamo un ragazzo giovane come Calafiori che deve lavorare tanto ma resterà in rosa. Ma abbiamo bisogno di un terzino sinistro.
Mourinho punge l'Inter e pure Antonio Conte
A Mourinho è stata fatta una domanda con tema Antonio Conte, che è andato via dall'Inter – i due spesso si sono inseguiti e mai incrociati: "Ci sono degli allenatori che non si possono paragonare all'interno del club. Non si può paragonare a nessuno Liedholm e Capello, e nell'Inter non si può paragonare nessuno a me ad Herrera". E in conferenza il portoghese ha anche rifilato una stilettata alla sua vecchia società, l'Inter:
Voi parlate tanto di titoli, di tempo, progetti e lavoro. Titolo è una parola facile da dire, poteva essere una promessa, la realtà è un'altra cosa. I titoli arriveranno, ma i Friedkin non voglio un successo isolato ma arrivare in alto e rimanerci. E questo è più difficile. Vincere una volta è facile, poi però non hai i soldi per pagare gli stipendi. Noi vogliamo una Roma sostenibile.