Mourinho si prende i quarti e la sfida all’Inter, ma condanna la sua Roma: “Poveri tecnicamente”
Josè Mourinho si è "regalato" l'Inter per i quarti di finale di Coppa Italia. Il portoghese affronterà il suo glorioso passato per costruire un futuro vincente in capitale e dovrà passare dalla ‘Scala del Calcio' per poter continuare l'avventura nel torneo. Accadrà a inizio febbraio, "ancora tanto tempo" sottolinea il tecnico dei giallorossi che hanno faticato per poi vincere di rimonta contro il Lecce. Proprio il match dell'Olimpico non è piaciuto per nulla allo Special One soddisfatto solamente del risultato ottenuto.
Una Roma povera per Mouirnho che critica i suoi giocatori colpevoli soprattutto di aver disputato un primo tempo insoddisfacente contro il Lecce, al di là del gol subito e delle difficoltà di rimontare una gara compromessa grazie alla maggior volontà dei pugliesi di cercare l'impresa. Tanti errori, gratuiti, che hanno caratterizzato ancora una volta la pochezza di una rosa che Mourinho non nasconde essere con dei limiti importanti. "Più che il Lecce a conquistare palla, siamo stati proprio noi a perderla: non puoi sbagliare stop e passaggi, significa che tecnicamente non siamo all'altezza".
Una analisi che diventa spietata al di là del risultato finale e che mette al muro i propri giocatori: "Abbiamo delle carenze tecniche evidenti, ma lo sappiamo, questa è la rosa". E quando dallo studio di Mediaset incalzano sottolineando la qualità dei vari Abraham, Veretout, Zaniolo e Mkhitaryan, Mourinho non cambia opinione: "Si vede che abbiamo due concezioni differenti di cosa significa buona tecnica. Noi tecnicamente abbiamo giocato una partita povera, insufficiente. Se da un punto di vista emozionale sono felice al 110% sul fronte sportivo non lo sono" aggiunge Mou.
L'analisi si sposta dunque su quanto è avvenuto a Roma dal suo avvento estivo e su cosa dovrà ancora avvenire nel prossimo futuro. "Siamo in mezzo ad un progetto, che è anche il mio progetto. Ma giocare per arrivare tra il 4° e l'8° posto non è il mio pensiero, non va bene. Io sono felice di essere il tecnico della Roma, ho scelto un progetto che dura tre anni e non lo abbandono. Per tre anni sarò qui, sicuramente il prossimo saremo migliori di quanto non siamo ora".