Mourinho ricorda: “Sono l’unico che ha vinto il campionato in Inghilterra, Spagna e Italia”
In attesa di capire se il calcio ripartirà, José Mourinho ha rivendicato i suoi successi e con orgoglio, e un pizzico di presunzione, i suoi trionfi e ha voluto ricordare che lui è l'unico allenatore che ha vinto campionati sia in Inghilterra, che in Spagna e in Italia e ha rispedito al mittente le accuse di chi gli dà del difensivista:
Sono ancora l'unico ad aver vinto in Inghilterra, Spagna e Italia. A chi mi accusa di essere un difensivista dico che la storia parla per me e non c'è niente che io possa aggiungere. Alla fine si riduce tutto a quello, a ciò che rimane della storia.
Brutto lo stadio vuoto, ma milioni di persone saranno con noi
Mourinho, che si è dato molto da fare e ha mostrato di avere un animo molto nobile aiutando in queste settimane chi era in difficoltà e aveva bisogno, spera di ritornare alla guida del Tottenham molto presto. Gli ‘Spurs' vanno a caccia di un posto in Champions e per conquistarlo hanno bisogno di riprendere il cammino in Premier League. Ma il portoghese ha parlato anche delle partite che si giocheranno a porte chiuse:
Non faccio altro che guardare partite a casa. E' un'occasione per imparare molto da tutte le squadre, ma il calcio mi manca. Se riuscissimo a giocare le restanti partite del campionato, sarebbe un bel segnale per tutti. Partite a porte chiuse? In ogni caso ci sarebbero milioni di persone a guardarci dalle televisioni. Uno stadio vuoto non sarà mai completamente vuoto.
Il mio è stato un grande Real Madrid
Tre stagioni nella Liga, una vittoria in campionato per Mourinho che nel 2011-2012 visse un testa a testa eccezionale con il Barcellona, che fu battuto 2-1 nel confronto decisivo al Camp Nou. Segnarono Khedira e Cristiano Ronaldo. Ma la forza di quella squadra, ricorda Mou a Marca, stava nel gruppo e da esempio furono anche quelli che non erano titolari, ma che si facevano trovare sempre pronti:
100 punti e 121 gol segnati. Non abbiamo solo vinto la Liga, abbiamo fatto la storia. Andammo al Camp Nou sapendo di essere i migliori al mondo. CR7 determinante? Ognuno dei miei giocatori lo era. Anche quelli che giocavano meno, ad esempio Callejon e Granero, contribuirono all'obiettivo. Quella squadra meritava di vincere anche la Champions League.