Mourinho mago delle finali, Feyenoord sconfitto con le cattive maniere: gol e sofferenza
Un gol di Zaniolo nel primo tempo e nulla più. È bastato questa rete a José Mourinho e alla sua Roma per vincere la prima edizione della Conference League 2021/2022. A Tirana i giallorossi hanno battuto 1-0 il Feyenoord dopo aver raggiunto dopo 31 anni una finale europea dopo la sconfitta in Coppa Uefa nella finale del 1991 contro l'Inter. Una finale che la Roma si è portata a casa gestendo al meglio la prima frazione dopo la rete di Zaniolo e praticamente difendendo la porta di Rui Patricio per quasi tutto il secondo tempo tentando di sfruttare le ripartenze e gli spazi lasciati inevitabilmente liberi dagli avversari. Al triplice fischio è però soprattutto Mourinho a esultare per aver conquistato la sua quinta finale europea, sesta se ci aggiungiamo anche la Coppa delle Coppe vinta nel 1997 da vice sulla panchina del Barcellona.
Lo Special One ha infatti poi vinto due Champions League, una col Porto nel 2004 e un'altra con l'Inter nel 2010, le due Europa League (vecchia Coppa Uefa) con il Porto nel 2003, poi con il Manchester United nel 2017 e la Conference League con la Roma nel 2022. In totale ha giocato nella sua carriera ben 8 finali europee di cui appunto 5 vinte e 3 sconfitte.
I tre ko sono arrivati tutti nelle gare di Supercoppa, quella europea nel 2003 contro il Milan di Ancelotti, poi nel 2013 contro il Bayern sulla panchina del Chelsea e successivamente il ko nell'estate 2017 alla guida del Manchester United contro il Real Madrid. La costante però è stata quasi sempre la stessa: sempre in svantaggio come tiri e possesso palla ma alla fine vincente. Lo Special One riporta un titolo europeo in Italia dopo 12 anni. L'ultima volta nel 2010, quando fu proprio l'Inter di Mourinho a vincere la Champions League.
La gara giocata dalla Roma contro il Feyenoord mostra infatti le statistiche finale della sfida nettamente a sfavore degli uomini di Mourinho. La squadra del tecnico portoghese infatti ha concluso la partita con il 33% di possesso palla contro il 67 degli olandesi, ma a sorprendere è soprattutto il fattore relativo ai tiri nello specchio che sono stati solo 3 per la Roma di cui uno solo nel secondo tempo con Veretout contro i 5 nello specchio su 13 totali del Feyenoord. La squadra di Rotterdam ha inoltre totalizzato la bellezza di 572 passaggi contro i 289 dei giallorossi. D'altronde il gol messo a segno da Zaniolo ha poi messo nelle condizioni Mourinho di adottare la sua strategia più nota, ovvero quella di mantenere una squadra bassa con un possesso lasciato interamente agli avversari.
La linea della difesa infatti si è portata completamente davanti a Rui Patricio e l'inserimento di Veretout era improntato proprio per tenere in campo un giocatore che sapesse gestire la palla nei piedi facendo anche rifiatare la squadra lanciando Shomurodov più lontano possibile dalla metà campo giallorossa per far salire i compagni. È stato un po' il tema tattico della ripresa che però ha visto la Roma soffrire anche tanto per le diverse occasioni clamorose avute dal Feyenoord che ha sprecato tanto e che si è visto più volte negare il gol da un Rui Patricio che è stato a dir poco perfetto in diverse occasioni.
Mourinho ha seguito un po' gli insegnamenti italiani di una difesa forte e poco vulnerabile, capace di non permettere alcun corridoio agli avversari. Ha agito allo stesso modo anche nelle altre finale europee vinte. Il centrocampo che si abbassava come un elastico a tempo con la difesa e gli attaccanti che faticavano molto correndo in soccorso dei compagni senza azzardare troppo verticalizzazioni e corse verso la porta avversaria. L'obiettivo era quello di difendere il vantaggio maturato nel primo tempo che anche in questa occasione è stato poi il risultato finale. Ed è per questo motivo che questa è senza ombra di dubbio la Conference targata Mourinho, quella a cui aveva puntato lui e la Roma a inizio stagione e che finalmente sarà portata nella Capitale dopo 31 anni di attesa.