Mourinho in trance agonistica per Roma-Leicester: “Sono in conferenza solo perché obbligato”
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José Mourinho ha parlato alla vigilia della sfida valida per la semifinale di ritorno di Conference League della sua Roma contro il Leicester. All'Olimpico, dopo l'1-1 dell'andata, il tecnico portoghese si aspetta di trovare il pubblico delle grandi occasioni, proprio come accaduto al ritorno contro il Bodo/Glimt. Una bolgia che infatti ci sarà e vedrà la partecipazione di tutto il popolo giallorosso. Pronti 70mila cuori per spingere Abraham e compagni all'impresa di conquistare la finale di Tirana. "Non mi stanco mai di ripetere che domani sono 14 partite di Conference League, giocando ogni giovedì e poi domenica in campionato con tutte le conseguenze, ma siamo qui, domani andremo a combattere" ha detto subito lo Special One che dovrà fare meno di Mkhitaryan fuori per infortunio.
Un'assenza importante che Mourinho vuole colmare proprio con la massiccia presenza del pubblico: "Ora arriviamo all'Olimpico dove si giocano le ultime due della stagione e poi la prossima di Serie A contro il Venezia – ha detto a proposito del forte legame con la tifoseria – Sarebbe bello festeggiare questa empatia con i tifosi e mi piacerebbe che loro giocassero la partita con noi". A questo punto Mou si spiega per far capire al meglio il suo concetto: "Si può stare allo stadio come spettatore ma anche a giocare la partita – ha detto – Con 70mila spettatori il significato è niente, con 70mila che vogliono giocare è diverso. Questo chiediamo alla gente, di non venire allo stadio a guardare la partita ma di venire a giocare". Mourinho è completamente concentrato e lo dimostra poco dopo.
Oltre a parlare del nuovo duello con l'amico Rodgers e ai progressi fatti dal Leicester in questi anni oltre a quello dello stesso allenatore delle Foxes capace di cambiare in meglio il Liverpool esploso poi con Klopp, Mourinho ha parlato del suo stato d'animo in questa vigilia. "Con i Friedkin non abbiamo cambiato nessuna idea, ma i suoi figli e il presidente mi conoscono e sanno che prima della partita la mia vita sono i giocatori, gli assistenti e non mi piace neanche fare la conferenza stampa con voi, sono qui perché sono obbligato a stare".
Come al solito lo Special One è senza filtri e fa capire come si respiri comunque una certa tensione attorno alla squadra in un momento cruciale della stagione che la Roma non vuole farsi sfuggire per nessuna ragione al mondo: "La gente innamorata di calcio vuole vivere questi momenti importanti in questo modo – spiega ancora – Per questo vedo da parte loro rispetto per la nostra privacy per la nostra concentrazione, ma sicuramente sono super felice di giocare una semifinale in casa con uno stadio pieno, e andiamo lì tutti insieme e se la nostra gente vuole giocare può fare la differenza".