Mourinho ha rifiutato una montagna d’oro per restare alla Roma: “Avevo dato la mia parola”
José Mourinho non si nasconde e risponde con uno scatto d'orgoglio alle critiche nate dopo la dura sconfitta in casa del Genoa. Il turno infrasettimanale ha portato turbamenti in casa Roma, protagonista di un avvio di campionato decisamente negativo. Sotto accusa è finito anche lo Special One: negli ultimi 10 anni nessuno ha fatto peggio di lui, ma le acque agitate non sembrano fargli molta paura.
Nella conferenza stampa alla vigilia della partita contro il Frosinone Mourinho ha messo subito in chiaro la questione: "Io non sono il problema della Roma". Poche parole, ma efficaci per chiarire il suo pensiero. "Non leggo o guardo tv, ma ho amici e collaboratori che mi fa arrivare queste voci", ha aggiunto per fare un quadro della situazione. Il portoghese è stato fortemente criticato, ma nella sua analisi i problemi dei giallorossi hanno una natura diversa.
E per questo l'allenatore scenderà in campo senza la paura dei fischi e delle critiche feroci: "Sono tutte piccole cose che succedono in un'azienda o in una squadra. Io ho dato la mia parola e la rispetterò, fino al 30 giugno 2024 sono qui a lottare ogni giorno per i giocatori, la proprietà e i tifosi. Solo una persona può dirmi che finisce prima del 30 giugno ed è mister Friedkin. Se non me lo dice sono qui fino a 30 giugno. Io domani non ho paura di entrare in campo ed essere contestato".
Il discorso però è scaturito da un piccolo retroscena: in estate l'Arabia Saudita aveva messo nel mirino anche lo Special One, presentandogli un'offerta mai vista prima da 120 milioni di euro per un contratto biennale. Un ingaggio che può fare gola e al quale è difficile rinunciare, tranne per Mourinho. L'allenatore ha rispedito la proposta al mittente per restare sulla panchina della Roma dopo la parola data ai giocatori e a tutti i tifosi.
Il portoghese ha rifiutato una montagna d'oro per poter continuare il suo lavoro nella capitale: "A Budapest ho detto ai giocatori che sarei rimasto, due giorni dopo abbiamo giocato con lo Spezia, torno in campo e lì ho detto ai tifosi che resto qui. Due o tre giorni dopo ho trovato Dan Friedkin e gli ho dato la mia parola che sarei rimasto. Durante il periodo di vacanze ho avuto la più grande, la più pazza offerta di lavoro che un allenatore ha mai avuto nella storia del calcio e l'ho rifiutata per la parola ai miei giocatori, a Friedkin e ai tifosi. Tre mesi dopo sembra che io sono il problema, ma non lo accetto".