Mourinho fa 8 minuti di infervorato monologo contro l’arbitro: “Non lo vogliamo più perché puzza”
Se qualcuno pensava che José Mourinho sarebbe diventato più pacato con il passare degli anni, si deve ricredere subito perché in Turchia è tornato a lanciare strali contro il "sistema" che lo starebbe punendo e penalizzando la sua squadra, il Fenerbahce. La vittoria al 102′ contro il Trabzonspor per 3-2, che ha portato la squadra al secondo posto nella Süper Lig turca dietro i rivali acerrimi del Galatasaray, è stat il pretesto per l'ultima invettiva dello Special One: otto minuti in diretta TV contro arbitro, VAR e il calcio turco, malato.
L'ironia amara di Mou a fine gara: l'uomo partita è il VAR
La vittoria all'ultimo secondo contro il Trabzonspor ha fatto impazzire di gioia Mourinho, i giocatori del Fenerbahce e i loro tifosi. Ma è stata anche l'occasione perfetta per esternare la propria rabbia, condita da velenoso sarcasmo: "Oggi, l'uomo della partita è stato Atilla Karaoglan. Non l'abbiamo visto, ma era l'arbitro della partita. L'arbitro era solo un ragazzino che era lì in campo, ma il vero arbitro era Atilla Karaoglan. È passato dall'uomo invisibile all'uomo più importante della partita. Parlo a nome di tutti i tifosi del Fenerbahce: non lo vogliamo più, non lo vogliamo perché puzza. Non lo vogliamo. Non lo vogliamo in campo, ma ancora meno al VAR"
Il motivo delle accuse di Mourinho: il rigore non concesso al Fenerbahce
Gli strali dello Special One sono continuati in una lunghissima intervista dove non ha posto freni. Ritornando sul match, ha ricordato l'influenza del VAR che ha rischiato di compromettere l'esito finale dell'incontro, favorevole al Fenerbahce. "Lui è stato attento a dare i due rigori che l'arbitro non aveva assegnato, e poi probabilmente stava bevendo un tè turco quando c'era un chiaro rigore per noi e non lo ha dato. Quindi o stava dormendo, o stava bevendo il suo tè e non l'ha visto. Ora facciamoci una risata, perché se lo prendiamo troppo sul serio…"
L'ultima invettiva di Mourinho ai tifosi turchi: "Parlate!"
Quanto sta accadendo al Fenerbahce, con i presunti costanti torti arbitrali e decisioni a sfavore, Mou ribadisce che ne era a conoscenza, nel momento in cui aveva accettato l'incarico. "So cosa mi è stato detto, anche prima di arrivare… Non ci credevo e ora è anche peggio di quanto mi era stato detto. Do la colpa alla gente del Fenerbahce che mi ha portato qui! Mi hanno detto solo metà della verità. Non mi hanno detto tutta la verità, perché se mi avessero detto tutta la verità non sarei venuto! Ma anche con metà della verità, con i miei ragazzi combattiamo l'avversario, combattiamo il sistema. Alla fine sto lavorando in Turchia che non è il mio paese. Ma mi interessa perché è il mio lavoro e perché è il mio club e a parlare dovreste essere voi tutti tifosi turchi, su questo sistema che non va"
"Il sistema cercherà di chiudermi la bocca, ma non ci arrenderemo"
Il "sistema" che Mourinho denuncia e sfida a viso aperto: "Preferisco stare da questa parte perché è più difficile. Giochiamo contro buoni avversari come il Trabzonspor, ma soprattutto giochiamo contro un sistema. E giocare contro un sistema è la cosa più difficile. Stasera abbiamo giocato contro una buona squadra, contro un'atmosfera forte, contro il VAR e contro un sistema. Molto difficile: ecco perché abbiamo festeggiato così tanto questa vittoria. Il sistema cercherà di punirmi, il sistema cercherà di chiudermi la bocca. Non ci arrenderemo"