Mourinho elogia Volpato: “Ho creduto nel talento del bambino”. Lui sorride: “Ho avuto c..”
"Non sapevo davvero più cosa fare per vincere ma ho creduto nel talento del bambino". Mourinho lo chiama così nel post-partita. Il bambino è Volpato, al quale è sembrato di toccare il cielo con un dito per aver realizzato il gol che ha mandato ko il Verona e spianato la strada alla vittoria dei giallorossi. L'anno scorso aprì la rimonta contro l'Hellas, questa volta ha piazzato la zampata decisiva al Bentegodi.
Ho avuto c…", dirà il calciatore sorridendo per l'imbarazzo ai microfoni di DAZN e rivelando i complimenti coloriti ricevuti dall'allenatore. Sono come un buffetto amorevole sulla guancia, li ha meritati. Basta ascoltare la precisazione che Mou sui ragazzi della Primavera. "Una cosa è un giocatore che si allena solo con la Primavera e un'altra è un giocatore che si allena con la Primavera ma viene a mangiare in prima squadra. Poi c'è chi è passato in prima squadra. Volpato è giovane, ma con un potenziale da prima squadra".
In superiorità numerica, nonostante un atteggiamento molto offensivo per i cambi del portoghese, i capitolini sono riusciti a sbloccare il match solo grazie a un guizzo del "bambino". "Ho fatto tutto quello che mi era possibile, ho cambiato il sistema due volte". Le parole e l'espressione del tecnico portoghese dicono tutto sulla frustrazione e sulla sofferenza provata in panchina.
La sua squadra ha sfiorato il vantaggio con Abraham (quel palo clamoroso centrato a porta vuota ha provocato la reazione stupita del tecnico), è andata sotto di un gol, ha pareggiato a fatica contro un avversario ridotto in dieci fino a pescare il classico jolly con il giovane che l'allenatore ha lanciato nella mischia per l'ultimo assalto dopo aver schierato anche El Shaarawy, Belotti e Shomurodov.
È finita 1-3 ma che fatica. Cosa poteva fare di più? "Non lo so… abbiamo fatto di tutto – aggiunge Mourinho -. Ovviamente quando si vince al 90′ si puo parlare di fortuna, ma abbiamo cercato questa fortuna". Sull'altro fronte ha trovato un osso duro, la squadra che Bocchetti è riuscito a tenere insieme anche dopo il rosso diretto per quell'entrata tanto pericolosa quanto ingenua di Dawidowicz su Zaniolo (al quale Mou ha fatto i complimenti per il grande impegno perché "è un ragazzo che dà sempre tutto quello che ha").
In quel momento, con il risultato di 1-0 in favore dell'Hellas, è cambiato tutto. "Non posso che elogiare il Verona perché ha lottato tanto per uscire di qua con un punto. Ci ha creato tante difficoltà anche con l'uomo in più. Il tecnico ha saputo piazzarlo bene in campo".
Ultima riflessione dedicata ai prossimi impegni, in particolare al derby con la Lazio che adesso è dietro in classifica (quinta a -1) e sarà avversario nel derby in calendario. In mezzo c'è la sfida di Europa League. "Non mi interessa il derby. Mi interessa solo la partita successiva – ha aggiunto Mourinho -. Quando un allenatore pensa a una partita e non alla prossima, di solito non finisce bene. Ho avuto anche esperienze così. Poi quando fai l’errore è difficile conviverci".