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Mourinho convoca Abraham e ricorda l’ultima accoglienza dello Stadium: “Mancò il rispetto”

Il tecnico portoghese nella conferenza stampa della vigilia di Juventus-Roma ha annunciato che Abraham e Vina saranno convocati, ma la presenza in campo dell’inglese non è certa. Mourinho ha riempito di complimenti Allegri e non ha dimenticato le accoglienze che in passato ha avuto all’Allianz Stadium.
A cura di Alessio Morra
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José Mourinho alla vigilia di Juventus-Roma ha annunciato che voleranno con tutta la squadra anche Tammy Abraham, che si era infortunato giocando con l'Inghilterrae l'uruguagio Vina, di ritorno dalla trasferta con la nazionale. L'attaccante però resta in dubbio per la sfida dello Stadium: "Tammy ?Vediamo, vediamo, allenamento di oggi è molto poco. Viaggia con noi, domani vediamo. Campo, panchina, tribuna: sta migliorando giorno dopo giorno, vediamo domani. Su Vina nessun dubbio, ci sarà". In caso di forfait dell'inglese giocherà uno tra Shomurodov e Borja Mayoral.

In conferenza stampa il tecnico portoghese si è infastidito solo quando ha dovuto parlare di Villar: "Non convocato? Perché dice questo? Strano che mi chiede di Villar quando siamo più di venti giocatori, strano mi si chieda specificamente di lui. Non significa che non sia convocato, magari qualcuno lo ha visto mezz’ora fa fuori da Trigoria e ha tratto la conclusione sbagliata. Sta facendo uno sforzo per cambiare il modo di giocare che l’anno scorso era più facile per lui con 5 dietro, arriveranno le opportunità per giocare". 

Mou tornerà a sfidare Allegri, i due hanno uno stile di gioco molto simile. Sono due pragmatici, che da qualche anno rappresentano la categoria dei ‘risultatisti' che sono opposti ai ‘giochisti'. Per il tecnico portoghese i risultatisti non sono solo i tecnici che badano alla sostanza, ma quelli che vincono: "Sono quelli che hanno vinto, poi questo nome sembra una cosa negativa. Questo è un concetto sbagliato, io e Allegri abbiamo vinto qualcosa e questo deve essere visto in maniera positiva. Io ho guidato diversi club, sarò contento di salutare Allegri prima e dopo la partita. C’è rispetto e stima, ci siamo incontrati spesso nelle riunioni UEFA a Nyon, siamo stati a pranzo e cena insieme. Non è che siamo grandi amici, però mi piace come persona e abbiamo un buon rapporto, sarà un piacere stare con lui. Sono ovviamente felice che è tornato a lavorare, è stato troppo tempo fermo".

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Infine parlando della Juventus ha sottolineato le differenze che ci sono con la Roma. Il progetto dei bianconeri, nonostante abbiano perso Cristiano Ronaldo, è ben avviato rispetto a quello della Roma, dove il nuovo corso è partito da tre mesi: "Qualche volta è difficile rispondere perché ripeto sempre le stesse cose. La Juventus gioca per vincere la Champions League, noi per vincere la Conference League. La Juventus ha vinto nove campionati di fila, la Roma zero. La Juventus ha lavorato con Allegri già 5 anni, io sono arrivato tre mesi fa. La Juventus ha una rosa con 25 giocatori internazionali, noi ne abbiamo 13-14 con bravi giocatori giovani che cercano di imparare. C’è una differenza sostanziale, ma quando si inizia una partita siamo 11 contro 11 e fino all’ultimo secondo tutto questo si deve dimenticare, soprattutto noi. Dobbiamo avere la personalità e il coraggio di fare la nostra partita".

L'ex allenatore di Chelsea e Manchester United non è preoccupato dall'accoglienza che riceverà allo stadio della Juventus: "Che accoglienza avrò allo Juventus Stadium? Forse la stessa, forse diversa. L'ultima volta che ci sono stato si è parlato solo di una mia reazione di 10 secondi e si è dimenticato cosa ho subito per 90 minuti. In quella partita lì la gente è stata poco rispettosa. Ma va bene, sono nel calcio da tanti anni. Non è un dramma".

Mentre Mourinho parlando della partita ha sottolineato che le difficoltà maggiori le avrà la Roma, che non vuole perdere la propria identità di gioco: “Loro avranno certe dinamiche e noi anche. Non voglio perdere la nostra identità di gioco, non voglio regalare od offrire alla Juventus quello che vogliono avere, voglio dare loro cose che non piacciono. Questa è la dialettica del gioco, devo adattare la squadra talvolta e per me è più difficile rispetto ad Allegri”. 

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