Mourinho con crudezza: “Hanno violato la mia libertà di uomo, non mi sento più a mio agio”
La Roma esordirà in campionato il prossimo 20 agosto, ospitando all'Olimpico la Salernitana. Un match nel quale José Mourinho non potrà disporre dell'infortunato di lungo corso Abraham, potendo contare come punto di riferimento in attacco soltanto su Belotti, reduce da una stagione a dir poco deludente. Non è un segreto che il tecnico portoghese stia insistendo per un acquisto nel reparto, con Morata da lui espressamente indicato, ma non solo l'ex juventino non arriverà ma anche altri nomi sono in alto mare.
"Anche se la settimana prossima arrivasse Mbappé sarebbe comunque in ritardo. Dopo la partenza, tra virgolette, di Tammy, siamo in una situazione che nessun allenatore al mondo gradirebbe – spiega lo Special One al Corriere dello Sport – Mi riesce impossibile dire che sono contento. Però sostenere che sono in guerra aperta con la società, con Pinto, che non sono felice, è sbagliatissimo. Pinto sa che siamo in ritardo, anche la proprietà lo sa, alla fine quello che soffre veramente è chi lavora e chi contro la Salernitana dovrà entrare in campo con la miglior squadra possibile. Incazzato no, depresso no. Scherzo, come vuole il Papa, soprattutto nelle difficoltà. Vent'anni fa avrei fatto casino, vent'anni fa sarei stato incazzato".
Mourinho ci tiene a smentire tuttavia qualsiasi dissapore col Ds Tiago Pinto: "Il nostro è un rapporto di rispetto, anche formale. Io non gli do del tu, anche se lui potrebbe essere mio figlio, per me è il direttore. Gli do del lei, del direttore, e mi restituisce il lei, per lui sono il mister. Non siamo sempre d'accordo, questo no. Lui ha un rapporto più diretto e costante con la società, perché fa parte del suo lavoro. Per tornare a tantissimo tempo fa, quando Dzeko andò via, fu durissima da accettare, una disgrazia. Tammy si è infortunato il 5 giugno, stiamo parlando di 63, 64 giorni e per me c'è un nome, ce n'è uno, perché io di solito sono molto obiettivo e pragmatico, ce n'è uno, ma non è possibile prenderlo, così mi è stato detto. Morata? Dico solo che non è Mbappé… Però penso sempre, anche quando non siamo d'accordo, che Pinto voglia le stesse cose che voglio io. Ne sono sicuro. L'obiettivo comune è che la squadra ottenga il miglior risultato possibile".
Il 60enne portoghese si dice molto amareggiato per come è stato trattato in Italia per il suo modo di confrontarsi con gli arbitri, segnatamente per quanto accaduto con l'arbitro Chiffi in occasione di Monza-Roma dello scorso 3 maggio e per le sue successive dichiarazioni, che gli sono costate una multa di 50mila euro e 10 giorni di squalifica da scontarsi a decorrere dalla prima giornata del prossimo campionato (non sarà dunque in panchina con la Salernitana, pari del vice Foti): "Se facciamo UEFA di qua e Italia di là, mi sento molto meglio quando parlo di UEFA e meno di Italia. In Italia mi sono sentito aggredito, hanno violato la mia libertà di uomo, la mia libertà di uomo di calcio, la mia libertà non di grande allenatore, perché in queste situazioni non ci sono grandi o piccoli allenatori, siamo tutti uomini. Qui non mi sento più a mio agio. Ho paura di ricevere altre squalifiche, ho paura di dover tornare a sentire tutto quello che ho ascoltato o letto in questi due anni. Penso che, a livello istituzionale, avrebbero dovuto trattarmi diversamente, da uomo di grande esperienza internazionale, uno che ha allenato in Inghilterra, in Spagna".
"Ho detto di Chiffi le stesse cose che Modric ha detto di Orsato, esattamente le stesse – spiega Mourinho – Sono innamorato di Modric, ma non sono d'accordo con lui quando dice che Orsato è un arbitro scarso. Orsato è bravissimo. Ho detto la mia su Chiffi e avete visto le conseguenze. Modric ha parlato dopo una semifinale del Mondiale ed è arrivato a miliardi di persone, io alla fine di Monza-Roma. L'ex Pallone dd'Oro non ha subìto squalifiche, io la gogna".