Mourinho chiede scusa a un giornalista dopo Roma-Empoli: “Ho fatto una stupidaggine”
La Roma respira dopo il pessimo inizio di campionato – in cui aveva ottenuto un solo punto nelle prime tre partite – distruggendo l'Empoli all'Olimpico per 7-0. Una goleada che José Mourinho ha accolto col giusto equilibrio, pur avendo tanti motivi per sorridere: "Così come non eravamo la squadra che dicevano nelle ultime settimane né io ero così scarso, neanche oggi io non sono così straordinario né la squadra è diventata incredibile. Dobbiamo lavorare, abbiamo potenziale per fare bene".
Il 60enne ha poi approfondito il concetto nella conferenza post partita, spiegando che avere al meglio gente come Dybala, Lukaku e Renato Sanches fa tutta la differenza del mondo: "Sono i giocatori a fare gli allenatori, l'ho sempre pensata così. Quando si parla di allenatori fenomeni, devono farlo anche senza giocatori fenomenali. Oggi si è vista qualità nel gioco, per costruire dal basso bisogna che i giocatori lo sappiano fare".
La conferenza peraltro si era aperta in maniera sorprendente. Mourinho aveva preso lui la parola prima delle domande, scusandosi pubblicamente con un giornalista per come lo aveva trattato il giorno prima, ovvero in tono sprezzante: "Prima della vostra prima domanda volevo chiedere scusa a Daniele Lo Monaco. Sei sempre stato corretto con me, fai il tuo lavoro come giornalista, anche bravo. Ho interpretato la tua domanda ieri in un modo – che dopo l'ho sentito di nuovo – e non c'era nessun motivo per la mia risposta. Ti chiedo scusa, nello stesso modo che l'ho fatta pubblicamente quella stupidaggine ieri, e pubblicamente che ti devo chiedere scusa, non lì dietro la porta. Mi scuso con te".
Ma qual era stata la domanda di Lo Monaco nella conferenza di vigilia di Roma-Empoli? Il giornalista de Il Romanista aveva eccepito sulla tattica attendista della Roma nel match perso nel turno precedente contro il Milan, chiedendone conto a Mourinho: "Io confesso che in questi due anni, adesso è cominciato il terzo, ho imparato tantissimo da appassionato di calcio a vedere da vicino José Mourinho lavorare. Sono rimasto un po' perplesso, confesso questa cosa, per la partita col Milan, perché – proprio per quello che avevo immaginato anche vedendo il lavoro un po' diverso di questa stagione – pensavo che il Milan si affrontasse in un'altra maniera. Parlo proprio della strategia di gara. E invece ho visto una Roma che ha atteso molto, che ha abbassato i quinti per non essere scoperti magari sulle fasce contro quegli attaccanti veloci, etc etc. Mi chiedevo qual è stato il momento della preparazione di quella partita – perché è una domanda che può essere utile anche per il futuro – in cui Mourinho ha deciso di affrontare il Milan così e se c'è stato qualche rimpianto per quella scelta, visto com'è andata".
Mourinho aveva risposto in maniera piccata, senza entrare nel merito della domanda: "Guarda, io penso che una cosa importante nella formula del successo è di non sentire le persone che hanno meno capacità di te. Questo io penso che è importante, sentire chi ne sa più di te, sentire chi ti può aiutare a pensare oppure ovviamente lo staff. Però chi non è mai stato seduto su una panchina vera, chi non è mai stato seduto minuti, ore, centinaia di ore, in situazioni così, chi non ha mai preparato gare di questo livello, io veramente non mi sento a mio agio a discutere di queste cose".
Ci ha pensato lo stesso Lo Monaco, stanotte, a mettere la parola fine alla vicenda, postando su Twitter le scuse di Mourinho: "Questione chiusa. Pochi grandi hanno questa umiltà. E avanti così".
