Mourinho attacca Serra: “Non voglio dire che lui è di Torino e noi giochiamo con la Juve, valuto azioni legali”
José Mourinho si presenta davanti alle telecamere e ci mette la faccia, sia per la sconfitta a Cremona che lascia la Roma fuori dalla Champions League e ne stoppa l'aggancio al secondo posto, sia per parlare dell'episodio che lo ha visto protagonista a inizio ripresa quando è stato espulso dall'arbitro, Piccinini.
Sono trascorsi pochi minuti, lo Special One discute con il quarto uomo, Serra, per alcuni episodi. Un fuorigioco, un presunto fallo… cose di campo che, di lì a poco, portano all'allontanamento dell'allenatore. Le immagini ne mostrano l'espressione improvvisamente contrariata mentre il suo interlocutore è di spalle.
Non è chiaro cosa si siano detti ma la reazione del tecnico, che si vede sanzionato con il cartellino rosso, è furibonda. Urla al direttore di gara: "Non è me che devi mandare via ma lui!". Lo fa con la determinazione di chi ha subito una decisione ingiusta e lo conferma nelle interviste a DAZN. "Era una normale azione di gioco – inizia così la spiegazione di Mourinho – come quando l’arbitro ti dice tranquillo mister, vai in panchina… bevi un po' d'acqua".
Poi attacca Serra, definendolo non abbastanza onesto per raccontare la verità. Fa riferimento alla possibilità di recuperare l'audio di quel frangente. Annuncia che valuta eventuali azioni di legali. Si definisce passionale, emotivo ma non certo "pazzo" dal comportarsi in quel modo e poi lancia una provocazione come sassolino nello stagno quando cita la provenienza del quarto uomo (il torinese Serra) e la coincidenza della squalifica che lo terrà fuori dal prossimo incontro con la Juventus.
"Serra? Sono emotivo ma non sono pazzo, lui non ha il coraggio di essere onesto e di dire ciò che ha detto nel modo in cui lo ha detto. Non voglio dire che lui è di Torino e noi giochiamo con la Juve e mi vogliono fuori dalla panchina, ma è stato ingiustificabile. Devo capire se posso fare qualcosa dal punto di vista legale, non ha avuto l'onestà di ammettere come mi ha trattato. Si è dimenticato…".
Mourinho appare sereno, sicuro di sé. Non è turbato da quanto accaduto o, se lo è, riesce a camuffarlo bene. Prosegue la narrazione dei fatti e, poco alla volta, tocca un nervo scoperto dopo l'altro. È questione di rispetto (e sottolinea che non è stato lui a mancarne al quarto uomo), di prima volta (con amarezza e stupore) che in carriera gli capita una cosa del genere.
"Mi conosci da un anno e mezzo – dice Mou al giornalista che gli pone le domande -, c'è gente mi conosce da tanti anni. Per avere quella reazione, qualcosa di grave è successo. Piccinini ha dato il rosso a me perché il quarto uomo gli ha detto così. Non ha l’onestà lui di dire come mi ha trattato, che ha originato la mia reazione. Voglio capire se esiste una registrazione audio di ciò che mi ha detto".
L'ultima riflessione del tecnico della Roma è una collana di stoccate, infilate le une dietro le altre come perline. Le tira fuori tutte in una volta e racconta anche del dialogo avuto con l'arbitro e il suo collaboratore all'interno dello spogliatoio
"Per la prima volta nella carriera un arbitro, quarto uomo, mi ha parlato in modo ingiustificabile. Dopo la partita sono andato nello spogliatoio dell’arbitro, Piccinini, che è stato quarto uomo quando ho preso un altro rosso in precedenza. Mi ha visto chiedere scuse all’arbitro a cui avevo parlato in modo irrispettoso. Ora mi ha visto entrare e ho detto a Serra di essere onesto, di dire cos’è successo. Ha problemi di memoria. Magari Serra è il prossimo Rocchi, Rizzoli, Collina, ma come persona lo rispetto come rispetta me…".
In conferenza Mourinho aggiungerà un altro dettaglio e chiuderà il cerchio dell'episodio: "Nello spogliatoio di Piccinini mi è stato detto che non c’è registrazione delle parole per il quarto arbitro. Voglio capire se è vero o non è vero e se i signori della Procura che stanno ovunque e sentono tutto ovunque hanno capito qualcosa".