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Morto ‘Todo’ Calvanese, l’uomo del ‘Clamoroso al Cibali’

Il 4 giugno 1961 il Catania batté l’Inter. Dopo il gol di Salvador ‘Todo’ Calvanese Sandro Ciotti in radiocronaca usò l’espressione ‘Clamoroso al Cibali’. A 84 anni Calvanese è morto. Era un attaccante. L’argentino giocò in Serie A anche con il Genoa e l’Atalanta, con cui vinse una Coppa Italia, e vestì anche la maglia della Juventus.
A cura di Alessio Morra
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‘Clamoroso al Cibali' è una delle espressione più classiche del mondo del calcio, ed è un'espressione che è arrivata con forza anche nel linguaggio comune. Quella frase la pronunciò Sandro Ciotti quando il 4 giugno del 1961 il Catania batté per 2-0 l'Inter. L'uomo che realizzò il primo gol di quella partita Salvador' Todo' Calvanese è morto oggi in Argentina all'età di 84 anni.

Calvanese e il gol in Catania-Inter del ‘Clamoroso al Cibali'

‘Todo' Calvanese era arrivato in Italia nel 1958, due anni dopo firmò per il Catania, con cui visse due stagioni da protagonista. Nel giugno del 1961 l'attaccante argentino segnò uno dei due gol che mandarono al tappeto l'Inter, e dopo aver realizzato il gol dell'1-0 Calvanese si mese a palleggiare davanti la panchina nerazzurra (oggi succederebbe il finimondo per una cosa del genere). L'argentino in Italia e in particolare a Catania ha lasciato un segno e per questo oggi in Sicilia in tanti lo piangono nel ricordo di una squadra che riuscì a togliersi tante soddisfazioni.

La carriera di Calvanese

Classe 1934, segnò 18 gol nel primo anno di Serie A con l'Atalanta, poi visse un anno con il Genoa prima di dire sì al Catania. Un brevissimo transito alla Juventus, giocò con Sivori e Charles la Mitropa Cup, poi di nuovo Catania e Atalanta, con cui vinse una storica Coppa Italia nel 1963 al fianco di Domenghini e del mitico Pizzaballa, e tornò successivamente a vestire la maglia del Catania. Decise di fare l'allenatore, guidò le giovanili del Catania, poi il Siracusa prima del ritorno in Argentina, dov'è stato in due riprese l'allenatore del Velez. Pochi mesi fa è morta sua moglie, il dolore è stato fortissimo e Calvanese non ha retto. Resterà molto forte il suo ricordo, non solo a Catania, a lui si deve una frase che fa parte della storia del calcio, ma anche del nostro linguaggio.

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