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Morte Piermario Morosini, cosa accadde durante Pescara-Livorno del 14 aprile 2012

Il 14 aprile 2012 al 31′ del primo tempo durante Pescara-Livorno, gara valida per il campionato cadetto, il giocatore degli amaranto Pierpaolo Morosini crollava improvvisamente a terra per non riprendere mai più conoscenza. Tre medici vennero messi sotto accusa per omicidio colposo. Dopo 7 anni l’assoluzione.
A cura di Alessio Pediglieri
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La morte di Piermario Morosini, calciatore del Livorno, deceduto a 26 anni, avvenne quasi sette anni fa, il 14 aprile 2012: dopo essersi accasciato sul prato dello stadio Adriatico durante l'incontro di calcio PescaraLivorno, venne trasportato d'urgenza in ospedale ma non riprese mai più conoscenza.

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Un decesso che provocò indignazione da un lato per i soccorsi che sembrarono in quell'istante tardivi e non all'altezza della gravità della situazione e che scosse profondamente le fondamenta del calcio. Un lutto che ancora oggi è impresso nella mente di tifosi e calciatori e di cui si continua a parlare attraverso i processi perché per qualcuno Piermario si sarebbe potuto salvare. 

I tre medici indagati per omicidio colposo

Sotto accusa tre medici, uno del 118 e i due sociali dei club coinvolti nella tragedia. Un processo lunghissimo, che si aprì subito dopo, quando vennero resi noti gli esami provenienti dall'autopsia e vennero confermate le cause del decesso di Morosini. In tre, Ernesto Sabatini medico del Pescara, del Livorno, Manlio Porcellini e del 118 di Pescara, Vito Molfese sono finiti sotto inchiesta con l'infamante accusa di omicidio colposo.

Cosa accadde in campo negli istanti dopo il collasso

L'accusa è di non aver utilizzato le procedure d'emergenza nei modi e nei tempi più opportuni che avrebbero potuto salvare Morosini: dopo 20 secondi dal collasso in campo, sono arrivati il medico del Livorno, Porcellini, e poi quello del Pescara, Sabatini. Subito dopo è arrivato anche un operatore della Croce Rossa, con la barella, (Molfese) ma poco dopo è tornato verso la sua postazione, per prendere una valigetta gialla contenente il defibrillatore. Ed è qui che l'accusa pone il dito indice accusatorio: perché non fu utilizzato il defibrillatore subito?

La prima sentenza: colpevoli

Per questi motivi, in primo grado erano state inflitte tre condanne per omicidio colposo: un anno di reclusione per il medico del 118 di Pescara, Vito Molfese, e otto mesi per il medico sociale della squadra toscana, Manlio Porcellini, e il medico del Pescara, Ernesto Sabatini. Adesso la decisione della Cassazione di assolverli dalle accuse.

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