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Morte Astori, confermata la condanna per omicidio colposo al medico: “Ignorò le linee guida”

Le motivazioni con cui è stata confermata, anche in secondo grado, la condanna a un anno per omicidio colposo dell’ex direttore della medicina sportiva Giorgio Galanti per la morte di Davide Astori che si sarebbe potuto salvare.
A cura di Marco Beltrami
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È stata confermata, anche in secondo grado, la condanna ad un anno per omicidio colposo del professor Giorgio Galanti per la morte di Davide Astori, l'indimenticato capitano viola,  trovato senza vita nella sua camera d'albergo prima di Udinese-Fiorentina del marzo 2018. Sono state divulgate le motivazioni con sui si è arrivati alla sentenza per l'ex direttore della medicina sportiva di Careggi.

Morte Astori, perché è stata confermata la condanna al professor Galanti

I giudici della corte d'appello di Firenze nelle motivazioni hanno scritto, secondo quanto riportato da La Nazione, che Galanti tenne un comportamento "in netto contrasto con le linee guida del settore e con le buone pratiche clinico assistenziali". Questo davanti ai risultati emersi nelle prove da sforzo eseguite dal calciatore della Fiorentina e della nazionale italiana Davide Astori utili a dare il via libera per il calcio professionistico. Una situazione dunque che ha messo nei guai il medico che diede l'idoneità sportiva allo sfortunato ex difensore viola e della Nazionale.

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Il professor Galanti effettuò, sia nell'estate 2016 che in quella successiva, le visite che diedero il definitivo via libera sanitario del capitano della Fiorentina. Quest'ultimo, secondo i risultati dell'autopsia, morì per le conseguenze di una fibrillazione ventricolare dovuta a una cardiomiopatia aritmogena silente.

La morte di Astori si sarebbe potuta evitare, con un controllo in più

Secondo l'accusa la malattia al cuore che portò alla morte di Astori, avrebbe dato dei segnali nell'esito dei test e sarebbe potuta essere scoperta se fossero stati disposti degli accertamenti di secondo livello che invece non furono mai effettuati. Infatti grazie all'approfondimento l'attività del giocatore che non era a conoscenza del problema si sarebbe fermata e dunque, si sarebbe potuto salvare.

Il legale del professor Galanti, ovvero l'avvocato Sigfrido Fenyes, ha annunciato che sarà presentato ricorso in Cassazione. La vicenda dunque non è ancora finita

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