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Moratti torna all’attacco su Calciopoli: “Doveva vincere la Juventus, se no toccava al Milan”

Massimo Moratti è tornato all’attacco su Calciopoli il giorno dopo che il TAR ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Juventus su Calciopoli e lo Scudetto assegnato all’Inter nel 2006.
A cura di Vito Lamorte
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Il TAR ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Juventus a proposito della battaglia su Calciopoli e lo Scudetto del 2006 assegnato all’Inter. Poche ore dopo l'ennesimo tentativo del club bianconero di togliere il titolo numero 14 ai rivali, ecco che arrivano le parole di Massimo Moratti a rincarare la dose su quello che resta il periodo più controverso e dibattuto della storia del calcio italiano.

L'ex presidente nerazzurro in una lunga intervista al Corriere della Sera è tornato su quegli anni ed è tornato all'attacco in maniera molto dura: "La Serie A era manipolata; e noi eravamo le vittime. Doveva vincere la Juve; e se proprio non vinceva la Juve toccava al Milan. Una vergogna: perché la più grande forma di disonestà è imbrogliare sui sentimenti della gente".

In merito alle rivendicazioni del club bianconero per lo Scudetto del 2005-2006, Moratti ha risposto in maniera netta: "Rivendico lo Scudetto di Calciopoli? Assolutamente sì. So che gli juventini si arrabbiano; e questo mi induce a rivendicarlo con maggiore convinzione. Quello Scudetto era il risarcimento minimo per i furti che abbiamo subìto. Ci spetterebbe molto di più".

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Di quel periodo si parlò molto dell'addio di Sandro Mazzola, bandiera nerazzurra, perché Moratti si consultava con Luciano Moggi ma lui ha smentito questa versione dei fatti: "Non è andata così. È vero che Moggi voleva venire all’Inter, e io non gli ho mai detto esplicitamente che non lo volevo; ma non l’avrei mai preso".

Moratti ha ricordato con affetto Helenio Herrera e José Mourinho, gli uomini che hanno portato l'Inter sul tetto d'Europa, e ha trovato delle similitudini tra i due: "Lavoravano e studiavano moltissimo. Sapevano di psicologia e di medicina. Quando arrivò José, il nostro medico disse: finalmente un allenatore che mi aiuta".

Infine, una battuta sul dibattito per il nuovo stadio di Milano e sulla demolizione di San Siro: "Non mi convince. Buttare giù San Siro sarebbe un delitto. Dice: così i club guadagnano 30 milioni l’anno. Ma cosa sono 30 milioni, rispetto alla storia? Vedrete che alla fine nessuno oserà demolire il nostro tempio".

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